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"Non bisogna vergognarsi di trattare il turismo e la cultura come prodotti commerciali": potrebbe essere questo il messaggio principale che arriva dall'inaugurazione odierna della Bit.
La presentazione della Borsa Internazionale del Turismo 2013, tenutasi questa mattina a Milano, è stata l'occasione, l'ultima considerate le imminenti elezioni, per il ministro Piero Gnudi di presentare il Piano strategico del Turismo: un lascito importante per il governo che verrà, un punto di partenza per realizzare un altro punto fondamentale emerso dal dibattito. Ovvero la necessità di mettere al centro dell'azione del governo, o come è stato detto "dell'agenda", le strategie da attuare per rilanciare il turismo e in generale il sistema Italia.
Il ministro Gnudi ha quindi potuto presentare nel consesso naturale il nuovo Piano, costituito da 61 punti e da sette linee guida: la ridefinizione della governance, il rilancio dell'ENIT, il miglioramento dell'offerta, la riqualifica delle strutture ricettive, il potenziamento delle infrastrutture e dei trasporti, la riqualificazione delle competenze e della formazione, e infine gli investimenti sul mercato internazionale.
A illustrare il Piano ci ha pensato anche il professor Massimo Bergami, che ha partecipato alla stesura. Bergami ha denunciato in particolare la mancanza di risorse per il settore turistico, auspicando per il futuro una maggiore sensibilità al tema, con investimenti importanti sulle strategie digitali e un allontanamento dalla frammentazione che oggi affligge il comparto. Sulla stessa lunghezza d'onda Nicola Pianon, responsabile del Boston Consulting Group che ha contribuito alla realizzazione del Piano strategico. Secondo Pianon, l'asset turistico italiano non ha eguali al mondo, e ciò è dimostrato dalla crescita dell'8% annuo del settore turistico negli ultimi anni, nonostante il prolungarsi della crisi economica internazionale. "Ma l'Italia può e deve crescere di più" è la convinzione di Pianon; "bisogna puntare in maniera decisa sul turismo internazionale, e per questo è così importante fare sistema".
Anche Carlo d'Asaro Biondo, presidente di Google SEEMEA, ha parlato dell'appeal internazionale del nostro Paese. "Per numero di ricerche effettuate online, l'Italia è preceduta nel mondo solo da Usa e Cina. E come potenzialità, il 'marchio Italia' è secondo solo a quello della Coca Cola. Ciò significa un potenziale immenso, considerato che il 17% delle ricerche mondiali è basato sul turismo". Tra le top destinations, ovvero tra le località più cercate dagli internauti che vogliono visitare l'Italia, spicca la costiera amalfitana, che precede Venezia e Verona al secondo posto e Roma al terzo. E d'Asaro Biondo insiste sulla necessità di "non vergognarsi" di trasformare le nostre potenzialità turistiche, "meno stagionali di molti altri Paesi", in potenzialità commerciali.
D'accordo in proposito anche Taleb Rifai, segretario generale dell'Organizzazione mondiale del commercio delle Nazioni Unite: "Il ministro Gnudi è stato bravissimo a creare questo Piano in meno di un anno. Le cose non vanno bene a livello economico, nel mondo, ma il turismo può generare 60 milioni di posti di lavoro nel mondo, e l'Italia ha grandi opportunità di crescita se mette in atto una strategia unitaria". Secondo il segretario dell'Omt, tre sono le sfide che possono fare la differenza, già nell'immediato futuro: l'internet revolution, con particolare attenzione alla rete mobile; la urban revolution stimolata dal crescente inurbamento della popolazione mondiale; e la travel revolution, resa possibile dalla crescita esponenziale dei viaggiatori internazionali (oltre un miliardo nel 2012, contro i 25 milioni del 1995).
Al termine della presentazione, Taleb Rifai ha quindi firmato insieme al ministro Gnudi il memorandum d'intesa tra l'Italia e le Nazioni Unite, passo fondamentale per la messa in pratica della strategia che l'Italia deve adottare già nell'immediato.