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You gotta know, I'm feeling love: sulle note di Gold, l'australiano Chet Faker ha accompagnato il Cavallo di Troia, icona della quattordicesima edizione di C2C (che sta per club, city, culture) alle porte della città italiana del contemporaneo, Torino.
Sì, perché Torino in queste giornate ama uscire dal cliché della cortesia conservatrice e si sente gold, illuminata dalle luci del contemporaneo, ricca di linguaggi, laboratori e sperimentazioni e piena, di turisti, amatori e professionisti delle arti, italiani e internazionali. Club to Club, il festival di musica e arti elettroniche, tra Lingotto e Teatro Carignano, ospita tra giovedì e domenica il maestro Franco Battiato, che dopo la fugace esperienza politica in Sicilia ha rispolverato il suo antico lato elettronico con il Joe Pattis Experimental, Caribou, Kode9, Apparat, che ha scritto la colonna sonora de Il Giovane Favoloso e tanti protagonisti dell'avant pop. Il festival è la colonna sonora di queste giornate di avanguardia pop in cui Torino si sente così gold, da essere sezionata minuziosamente dal grande artista pop contemporaneo italiano, Maurizio Cattelan. Cattelan ha curato insieme a Myriam Ben Salah e Marta Papini Shit and Die, la seconda edizione di OneTorino, la parallela e permanente mostra di Artissima (aperta al pubblico da oggi fino all'11 gennaio 2015), voluta dal direttore Sara Cosulich Canarutto. Maurizio Cattelan nella sua mostra provocatoria e macabra prende Torino, i suoi personaggi storici e contemporanei e li fa osservare da 61 artisti all'interno di Palazzo Cavour, vicino alla casa del Boia, la cui presenza riecheggia con i drappi sulla via che annunciano la decapitazione di un uomo e nelle stanze barocche esponendo la sua forca per ricordare che irrimediabilmente tutti i destini sono legati alle due azioni del titolo. Francesco Bonami su La Stampa ha scritto che forse tra Shit and Die, poteva essere aggiunta la parola Money, sicuramente per l'opera nel grande scalone con i 30mila biglietti da un dollaro di Hans Peter Friedmann che qualche tempo fa per vincere l'Hugo Boss Prize del Gugenheim di New York aveva pensato di esporre direttamente il premio pecuniario, ma anche per l'affannarsi intorno al denaro, che forse è un'altra caratteristica universale dell'essere umano. Già il danaro, quello che piove sul territorio nella giornate del contemporaneo a Torino è ingente, intorno ai 4 milioni di € e alberghi colmi di collezionisti, artisti, turisti della bellezza. Il programma di queste giornate ruota intorno alla fiera madre, Artissima. Dal 7 al 9 novembre, per la sua ventunesima edizione, la terza diretta da Sara Cosulich, l'internazionale d'arte contemporanea ospita 197 gallerie, di cui 137 straniere e lancia per4m, una sezione inedita dedicata alla performance: l'Oval Lingotto sarà dunque il teatro permanente dell'arte recitata e i collezionisti potranno comprarsi direttamente la possibilità di riprodurre nei loro spazi la recita o un video di questa. Fuori dall'Oval la città è un laboratorio in cui l'arte più giovane invade architetture riconvertite e luoghi pubblici: in questi anni infatti intorno ad Artissima, sono nati quattro rassegne off, ognuna con una specifica identità. The Others, la fiera dedicata alle giovani gallerie con meno di cinque anni di attività che nella suggestione delle ex carceri Le nuove ospita la creatività italiana e internazionale emergente, invitata dal direttore Olga Gambari, a ragionare sul tema del lato selvaggio, meno categorizzabile. Torino Esposizioni, la fiera della città d'epoca pre Lingotto, è il salone di Paratissima, dove ha luogo un simposio di pittori,scultori, fotografi, stilisti, registi emergenti. Alla seconda edizione, Flash Back, la fiera d'arte antica e moderna, per sottolineare la sua specificità nella settimana del nostro tempo, sottolinea che tutta l'arte è contemporanea e si insedia al già Palaisozaky , ora PalAlpitour, un pezzo dell' architettura olimpica. Il culmine è sabato sera con la grande notte delle arti contemporanee in cui ogni interstizio di creatività si accende e apre alle masse curiose che scoprono le decine di studi e gallerie, giovani e storiche della città. Una città in cui un gruppo di cittadini da sei mesi ha creato un'assemblea in difesa di un grande bene collettivo (e UNESCO) che rischia l'abbandono, la Cavallerizza Reale, il maneggio dei Savoia, già spazio teatrale e luogo di sperimentazione. L'assemblea Cavallerizza, che promuove una gestione non mercificata della cultura, ha lanciato una call pubblica e nel teatrino andranno in loop per 24 ore fino a domenica i video di oltre 50 artisti. Torino, epicentro delle arti, con un'ombra che continua, il Castello di Rivoli , il primo museo di arte contemporanea italiano nato 30 anni fa, da un anno in attesa di una call per il nuovo direttore. E nonostante la programmazione e il fatto che la Fondazione per l'Arte CRT acquisterà ad Artissima nuove opere per il castello, Antonella Parigi, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte, bacchetta sul fatto che la fiera dovrebbe valorizzare maggiormente il museo. Piccole ombre sulle policies dell'arte, in una città che in queste giornate si sente molto amata.
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Una Fondazione di fondazioni per il museo diffuso dell'arte contemporanea
Foto in alto: Giorgio Perottino. Foto nel testo: Francesco Maschia