In uscita il terzo romanzo della scrittrice giornalista, che unisce trame gialle alle storie reali dei borghi e delle persone del Monferrato
Il titolo è “Indelebile”, l’autrice è Marina Rissone, i protagonisti sono Lorenza Ricci… e il Monferrato. È appena uscito in formato digitale e cartaceo il terzo romanzo a tinte gialle di Marina Rissone, giornalista de La Stampa che dal 2006 vive tra le colline monferrine, in uno dei luoghi più suggestivi del Piemonte. E anche in “Indelebile”, come nei due libri precedenti, il territorio in cui si muovono i personaggi è ben di più di una “location”, assurgendo a vero protagonista della storia, e indirettamente diventando un “gancio” tra finzione e realtà con un grande potenziale dal punto di vista turistico locale.
Se, infatti, è nota l’influenza che i romanzi di Andrea Camilleri con il commissario Montalbano esercitano su chi sceglie di visitare la Sicilia, con le dovute proporzioni è innegabile che anche i romanzi “monferrini” di Rissone portano con sé una sotto-trama in cui i paesaggi e i monumenti catturano l’attenzione del lettore, tramutandosi in desiderio e motivazione al viaggio.
Viaggiare, del resto, fa parte del DNA di Marina Rissone, fin dalla nascita avvenuta a Johannesburg, in Sudafrica. “Il Monferrato l’ho conosciuto non molti anni fa, anche se la mia famiglia ha origini monferrine, da Dusino San Michele (Asti) da parte materna, e Buttigliera e Capriglio, sempre nell’Astigiano, con una parentela con la venerabile Mamma Margherita Occhiena, madre di San Giovanni Bosco, da parte paterna” spiega la giornalista. “Grazie agli spostamenti internazionali dei miei genitori ho imparato a vivere il viaggio e ad apprezzare con curiosità i luoghi. Ho vissuto la mia infanzia tra l’Italia e il Brasile, il Venezuela, la Turchia e altri luoghi, per professione di mio padre, sempre in giro per il mondo, che ha toccato ben 52 paesi, con trasferte più o meno lunghe”.
Poi la decisione di fissare quello che Rissone definisce “un punto di riferimento” con il trasferimento in Monferrato, nel Nord Astigiano. “Grazie alla mia professione di giornalista ho iniziato a percorrere il territorio monferrino per il quotidiano ‘La Stampa’. Dal novembre 2006 mi muovo su questi paesi, alla scoperta di storie da raccontare, personaggi originali da scoprire, luoghi nascosti e novità legate al territorio”. E così, grazie a questo “setaccio”, la giornalista ha conosciuto poco alla volta borghi prima sconosciuti. “Ho iniziato, da grande curiosa e appassionata di storia e cultura, a scoprire il fascino delle pievi romaniche. Misteriosi luoghi che celano segreti. Da lì è partita l’idea di creare un romanzo tutto mio all’insegna del territorio e delle chiese medievali, di cui il Monferrato è ricco” racconta Marina.
È nato così il primo romanzo giallo “La chiave del mistero”, seguito dal racconto magico-esoterico “Così parlò Nerone, gatto araldico” e ora il nuovo libro “Indelebile”. Ma sul rapporto tra realtà e finzione l’autrice è chiarissima: “Metto al centro dell’attenzione i luoghi reali. Non a caso scelgo località vere in cui cerco di descrivere i borghi per come li vivo o li ho vissuti in prima persona. Descrivo dettagli, elementi della natura (dai panorami alle colline) per catapultare il lettore nell’atmosfera del racconto”. L’obiettivo, come dice lei stessa, “è creare un circuito mentale nel lettore, tale da renderlo curioso per una visita nei luoghi che descrivo. Un modo per rendere protagonisti non solo la trama e i personaggi, ma anche le location che scelgo”. L’idea di muoversi su luoghi reali deriva quindi da una grande curiosità nello scovare per ogni storia posti prima ignoti, atmosfere perfette per le scenografie dai contorni gialli dei romanzi di Rissone.
“Per dare maggiore valore a queste location ho ambientato la prima storia ‘La chiave del mistero’ nella pieve di San Lorenzo a Montiglio Monferrato. Ho costruito nella mia mente una storia di fantasia su luoghi reali. Altrettanto ho fatto con il secondo e ora con il terzo ho allargato i miei confini, mantenendo il Monferrato come atmosfera, ma arrivando a Torino e Roma, Mantova, e altri luoghi importanti per la risoluzione della storia” rivela la scrittrice.
Il suo rapporto con il territorio in cui vive e ambienta le sue storie è profondo, come quello di chi si sente davvero a casa: “Del Monferrato ammiro i paesaggi unici nel loro genere, ancora intatti, spesso poco noti, ma sicuramente da rivalutare per un ritorno turistico che ha tutte le carte in regola per ampliarsi a livello internazionale”. I turisti, del resto, “ci sono, in particolare stranieri, e apprezzano molto scorci, enogastronomia, paesaggi”.
La nuova storia è ambientata nel 2015, un anno dopo da “La chiave del mistero”, per dare un seguito ad alcuni personaggi cari all’autrice. A partire dalla giornalista Lorenza Ricci, protagonista di “Indelebile”, con l’amico Roberto Gubbi, i coniugi inglesi Maggie e John Stanley con il loro segugio del Giura, Billy, testimoni e protagonisti principali nella pieve di San Lorenzo e ora con una nuova intricata vicenda da risolvere tra Torino, Roma e il Monferrato. Tra le pieghe della storia Marina Rissone ha inserito anche personaggi reali con le loro vicende personali e molto originali, che nel tempo ha avuto occasione di incontrare o intervistare nel suo percorso professionale di reporter. “Credo che il Monferrato si presti perfettamente a creare gialli. Per questo continuo a mantenere intatta la mia idea di dare voce a un territorio che merita di essere conosciuto più a fondo in tutti i suoi tratti. Soprattutto quelli inediti, che non ti aspetti”.
Vestendo per un attimo i panni della guida turistica, Rissone racconta: “Ci sono molti luoghi che consiglierei a un turista che non conosce questa terra. In ‘Indelebile’ descrivo in particolare location che mi sono rimaste impresse. Sono appassionata di chiesette romaniche, come già detto. Tra i miei consigli punterei l’attenzione sulla chiesetta di Santa Maria di Piesenzana, a Montechiaro. Misteriosa location, immersa in un grande prato verde, con vista aperta su quattro lati, con una piccola area relax e pic nic. Direi ideale per una sosta fuori dalle solite mete turistiche. Tra le altre citerei anche il nuovo parco forestale L’Alberone a Cocconato (nella foto), aperto gratuitamente al pubblico dove immergersi nella natura a 360 gradi. Una realtà realizzata da Giuseppe Conrotto, ideatore di molti progetti in Italia e all’estero, tra campagne pubblicitarie e progettazioni architettoniche. Un’idea, quella del parco, nata nel 1975, ma realizzato solo da poco, per creare un luogo aperto a tutti, su un’area di sua proprietà di 250.000 metri quadrati, con 1500 piante autoctone, 2500 metri quadrati tra stradine e sentieri, a piedi. Sono solo alcuni spunti per i turisti, ma la lista è lunga”. Per saperne di più, basta leggere il suo nuovo libro “Indelebile”, disponibile online su ilmiolibro.it a questo link https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gialli-noir/450470/indelebile-3/
Claudio Pizzigallo
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