Intervista a Teobaldo Acone, ambasciatore nazionale dell'associazione "Città del Vino"
Quanto è importante il rapporto tra vino e turismo in Italia?
L'importanza del rapporto tra il vino e il territorio si basa principalmente sul far conoscere al turista del vino in prima battuta il vino e la sua produzione per poi visitare dove si produce quel vino e quindi il territorio. Il mio ruolo di Ambasciatore delle città del vino in questi 20 anni si è basato principalmente sul comunicare a livello provinciale, regionale e nazionale i vini dell'Irpinia con le tre docg Fiano, Greco e Taurasi attraverso l'Associazione Città del vino con la guida e con diversi strumenti come gli eventi e i corsi di degustazione con Go Wine per creare la cultura del vino e del territorio che non esiste in Irpinia e in Campania.
E in Campania?
Nel mio ruolo di Ambasciatore delle Città del vino ho avuto il piacere di conoscere personalmente una donna meravigliosa come Donatella Cinelli Colombini che mi ha dato la possibilità, con Cantine Aperte e il Movimento del Turismo del Vino di scoprire l'importanza del turismo enogastronomico. Sono riuscito con le aziende vitivinicole della Campania a fondare il movimento del turismo del vino regionale partecipando a diversi incontri fino alla costituzione del movimento del turismo del vino. L'enoturismo in Campania è ben delimitato in quanto in Irpinia e nel Beneventano si produce principalmente il vino mentre nelle altre province la produzione non è molto elevata anche per la qualità del prodotto vino.
Quindi ho sempre sottolineato che per fare enoturismo in Campania ad un certo livello bisogna promuovere il territorio vitivinicolo mettendo insieme Benevento, Avellino e Salerno in quanto si trovano sulla stessa direttrice per far conoscere la zona costiera e le aree interne con un protocollo di intesa mentre Napoli e Caserta possono fare un turismo normale già in essere.
Cos’è necessario fare per valorizzare il vino e la cultura ad esso legata in Campania e nel Sud in generale?
Il discorso diventa più complesso, richiede una volontà comune di stare insieme. Io ci sto provando con il protocollo di intesa tra Città del Vino e il Comune di Avellino nell'area vasta dove si faranno le tre vie del vino Fiano, Greco e Taurasi mentre a livello regionale si farà un tavolo di lavoro con un altro protocollo di intesa tra Città del vino e la Regione Campania utile per dialogare sul territorio vitivinicolo regionale.
Quali sono le azioni di sensibilizzazione che lei propone per accrescere la consapevolezza del valore di questo comparto nel territorio?
La mia proposta da diverso tempo è in queste tre parole: formazione, promozione e comunicazione. Su di esse bisogna investire sul futuro, per i giovani che hanno iniziato questa avventura nel mondo del vino, e per le istituzioni locali come i Comuni e le Pro Loco in quanto in Irpinia e in Campania manca la cultura dell'accoglienza, importante per il turismo del vino e nello stesso tempo anche la carenza di strutture di ricezione e di ristorazione. L'anno prossimo presso il Comune di Montefalcione si inizierà un discorso tra Città del vino e l'Università del Molise attraverso il laboratorio per la promozione del territorio vitivinicolo dell'Irpinia dove si faranno dei seminari e dei corsi di formazione per creare la cultura dell'enoturismo tra le aziende vitivinicole e le istituzioni locali.
Quali sono i suoi progetti per il prossimo futuro?
I progetti futuri saranno il laboratorio per la promozione del territorio vitivinicolo irpino in Montefalcione, far partire i protocolli di intesa tra Città del vino, il Comune di Avellino e Regione Campania e far partire il primo progetto di promozione del territorio del Greco di Tufo con gli otto sindaci e le aziende vitivinicole di quel territorio.
Debora Calomino
Twitter @CalominoDebora
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Immagine di copertina dal sito di Città del Vino