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Promozione e sviluppo sostenibile sono gli obiettivi del piano, che definisce anche le strategie e le vocazioni economiche, paesaggistiche e ambientali dei singoli territori

Il complesso iter avviato nel 2007, in base a quanto previsto dal Codice e dalla Convenzione Europea del Paesaggio, è arrivato in porto il 14 marzo a Roma con la stipula dell’accordo tra Regione Piemonte e Mibact. Ci sono voluti sei protocolli fra Ministero, Regione e Province piemontesi, due adozioni e pubblicazioni, 24 sedute del Comitato tecnico interistituzionale Regione – Ministero, un totale di 1308 osservazioni ricevute, numerosi incontri anche sul territorio con gli enti locali, con le associazioni di categoria e ambientaliste, e finalmente il Piemonte ha il proprio piano paesaggistico.

Il piano è stato elaborato mediante indagini realizzate a scale diverse ed è composto da una cospicua parte conoscitiva delle componenti paesaggistiche che coprono tutto il territorio regionale, articolato in 76 ambiti di paesaggio come richiesto dal Codice, per ognuno dei quali sono stati individuati i principali fattori strutturanti e stabiliti specifici obiettivi di qualità paesaggistica.

Il Piemonte è rappresentato con oltre 2060 elementi di rilevanza paesaggistica, storica e culturale tra cui cascate, ville, chiese, torri, fortificazioni, cascine, borgate e vestigia storiche del territorio come le Residenze Sabaude, i Sacri Monti, i palazzi e i castelli che caratterizzano il paesaggio regionale. A ciò si aggiunge la ricognizione di 370 singoli beni paesaggistici e delle numerose aree tutelate del Piemonte tra cui 199 laghi, 1837 fiumi e corsi d’acqua, 109 aree protette, 94 zone di interesse archeologico, per una superficie tutelata pari al 61% del totale del territorio. Il piano comprende una molteplicità di luoghi riconosciuti per il loro particolare significato iconografico e culturale, come il Sito UNESCO dei “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”, che rappresenta uno dei primi risultati in attuazione delle previsioni del Ppr.

“Il Piano paesaggistico del Piemonte – ha dichiarato il ministro Franceschini – è uno strumento previsto dal Codice dei beni culturali e costituisce un’opportunità per la pianificazione sostenibile dello sviluppo territoriale finora adottato dalla Puglia, dalla Toscana e ora dal Piemonte. Lavoreremo affinché più Regioni possibili seguano il loro esempio entro la fine della legislatura”.

“Una svolta nelle scelte strategiche del Piemonte – ha commentato il presidente Chiamparino – che sempre più sono incardinate nella valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale in sinergia con le politiche comunitarie e di sviluppo sostenibile della nostra regione”.
Intanto è online il nuovo sito internet paesaggiopiemonte.regione.piemonte.it, uno strumento editoriale per mettere in rete i saperi e le esperienze sui temi del paesaggio. Gli elaborati cartografici e i dati informatici del Ppr sono invece disponibili mediante il Geoportale regionale e un apposito servizio di visualizzazione Webgis, a questa pagina.

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Riccardo Caldara

Twitter @riccardocaldara

 

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Nell'immagine, il Lago Maggiore e le Alpi. Foto di Alessandro Vecchi, licenza cc by-sa 3.0

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