La Liguria in seconda posizione per i fondi destinati alla cultura. È quanto rivendicato da Genova durante il convegno "L'Italia secondo i conti pubblici territoriali (Cpt)", un progetto coordinato dal Ministero dello Sviluppo Economico che misura i flussi di entrata e di spesa nel territorio
I lavori, organizzati dal Nucleo conti pubblici territoriali della Regione Liguria, con il patrocinio della Camera di Commercio di Genova hanno riguardato, in particolare, le risorse finanziarie nel settore Cultura e servizi ricreativi e il modo in cui sono state impiegate negli ultimi anni.
Il dato positivo, dice una nota ufficiale della Regione, è che la Liguria investe più di quasi tutte le altre regioni. "Un dato che conforta l'impostazione che abbiamo sostenuto da sempre con Comuni e Camere di commercio: dobbiamo investire in cultura finalizzata alla fruizione locale e turistica" ha commentato l'assessore alle Finanze della Regione Liguria Pippo Rossetti.
"Il turismo ligure" ha spiegato l'assessore "sta tenendo rispetto ad altre regioni, e in particolare i dati genovesi, insieme con quelli di altre zone, da Finale Ligure alle Cinque Terre sono confortanti. Cultura e turismo devono stare insieme perché il processo di sostegno anche alle iniziative culturali è più ampio e deve essere letto anche attraverso la lente dei flussi turistici".
"L'impulso di Genova capitale cultura europea nel 2004 e di tutti gli investimenti fatti, la capacità di attrazione (4 milioni sui sentieri delle Cinque Terre), la capacità di mettere insieme offerta culturale (abbiamo due grandi teatri lirici ad esempio) sono tra i fattori vincenti" prosegue Rossetti. "Oggi discutiamo una legge sull'alta via dei monti liguri. Dobbiamo selezionare target di flussi turistici e offrire obiettivi come cultura, sapere, ma anche sapori, profumi, il patrimonio artistico e architettonico diffuso, dobbiamo far conoscere la bellezza dei nostri luoghi". "C'è molto ancora da lavorare" ammette l'assessore ligure "ma noi abbiamo utilizzato bene i fondi europei che hanno consentito di compensare le riduzioni della pubblica amministrazione italiana".
"Bisogna poi capire come si spendono i soldi", afferma Rossetti. "Noi abbiamo portato alcuni esempi, Sarzana, Sassello, Rossiglione dove i fondi europei hanno consentito di fare investimenti e la cultura è diventata fattore di attrazione. Le buone pratiche consentono di trasferire la conoscenza delle difficoltà incontrate, della capacità di mettere insieme più soggetti: in Valle Stura ogni Comune ha realizzato un museo locale e l'unione dei Comuni lavora insieme a una promozione condivisa. La promozione del 'singolo pezzo', sia un monumento, un'area archeologica, un museo o una spiaggia, non funziona. Dobbiamo fare in modo che il nostro ambiente, fatto di terra e mare ma anche di opera dell'uomo, venga rappresentato e fatto conoscere come un sistema e come un insieme organico di eccellenze culturali e territoriali".
Intanto, dalla monografia Cpt 2013 presentata dall'assessore alle Finanze emerge come nel campo della Cultura, l'ultimo decennio abbia registrato una sostituzione delle risorse regionali con i fondi comunitari. Attraverso il Por-Fesr 2007-2013 sono stati ammessi a contributo in Liguria 42 milioni di euro. Il bilancio regionale, nel 2013, ha sostenuto il comparto culturale con 5 milioni di euro.
La spesa pubblica nel settore Cultura e Servizi Ricreativi ha registrato nel periodo 2000-2011 una significativa flessione a livello nazionale, passando da 170,21 euro pro capite nel 2000 a 126,78 euro nel 2011. Nello stesso periodo, la Liguria è passata da una media pro capite di 178,49 euro nel 2000 a 137,44 euro nel 2011, caratterizzandosi per un'elevata spesa in cultura, che la posiziona ben al di sopra della media nazionale, al secondo posto tra le Regioni a statuto ordinario, dopo il Lazio.
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