Dal centro studi di Ca’ Foscari i numeri sui flussi turistici globali verso l’Italia: gli USA il mercato di provenienza con l’incremento maggiore di arrivi
62,3 milioni di arrivi da tutto il mondo e una crescita del 4,3% sull’anno precedente: sono queste le previsioni sul turismo internazionale in Italia nel 2016 che sono state pubblicate dal Ciset di Ca’ Foscari in TRIP, modello di previsione dei flussi turistici internazionali.
L’edizione autunnale dell'analisi elaborata dal centro studi evidenzia per l’Italia un rafforzamento del recupero dei flussi turistici, già avviato nel biennio precedente, grazie anche alle dinamiche economiche e turistiche a livello internazionale, come ad esempio lo spostamento dei flussi dal bacino nordafricano verso le mete europee, in particolare verso i Paesi del Mediterraneo.
Considerando come bacino di domanda il nostro continente, sono i Paesi dell’Europa Centrale il primo bacino di provenienza dei turisti in Italia: 22,5 milioni gli arrivi stimati nel 2016 (circa la metà dei flussi totali), ma l’incremento del 2,5% rispetto al 2015 è inferiore alla media totale dell’anno: tra questi Paesi il primo è la Germania che cresce del 2,8%.
Gli arrivi dall’area mediterranea sono stimati a 6,9 milioni, con un aumento contenuto del 2% a causa della situazione economica critica di Grecia, Spagna e Portogallo. La quota minore, rappresentata dai Paesi del Nord Europa, con 5,9 milioni di arrivi verso l’Italia, si incrementerà, secondo le previsioni, del 2,4%. Il Regno Unito, quarto mercato europeo in termini di importanza, crescerà sotto la media (+1,8%) anche a causa del minore potere d’acquisto successivamente al deprezzamento della sterlina. Fra i Paesi extraeuropei, infine, primeggiano gli arrivi dagli Stati Uniti (+6,5%).
TRIP ha diffuso anche le stime per il 2017, con numeri ancora migliori: i flussi incoming stranieri previsti raggiungeranno circa 64,8 milioni, il 4,1% in più in confronto al 2016. Spetterà ancora ai Paesi extraeuropei guidare la classifica dei mercati di origine della domanda con il più alto tasso di crescita (+4,6%), grazie anche al consolidamento sul mercato nipponico e alla crescita di quello americano agevolato dal riequilibrio dollaro-euro. Anche nel 2017 i Paesi dell’Europa Centrale si confermano come principale mercato di origine per l’Italia con 23 milioni di arrivi e una crescita del 2,1% rispetto all’anno scorso. L’area mediterranea aumenterà, secondo le stime, dell’1,7%, arrivando a superare 7 milioni di arrivi. Fanalino di coda i Paesi nordeuropei i cui 6 milioni di arrivi verso l’Italia si prevede cresceranno dell’1,5% rispetto al 2016.
Per quanto riguarda invece la situazione mondiale dei flussi turistici nell’anno appena trascorso, i primi nove mesi del 2016 hanno totalizzato a livello mondiale un aumento assoluto pari a +34 milioni di arrivi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, corrispondente a un +4%. “Si tratta di un risultato comunque superiore alla dinamica di lungo termine 2010-2020, stimata pari al +3,8% medio annuo, ma più contenuta rispetto al primo trimestre, quando le prospettive indicavano un +5,1%” sottolineano dal Ciset. Una significativa battuta d’arresto si è infatti registrata tra aprile e giugno scorsi, in buona parte come reazione agli eventi terroristici di Bruxelles e Nizza, cui comunque ha fatto seguito un vivace recupero nel periodo estivo, a conferma della grande capacità di recupero del settore. Le economie avanzate confermano la loro spinta espansiva e rafforzano il loro peso sul mercato turistico globale arrivando a rappresentarne il 55%, con una crescita pari a +4,8%.
In questo contesto, il Nord America sembra allinearsi al trend medio globale (+3,8%), l’estremo oriente e l’Oceania registrano dinamiche a due cifre, mentre l’Europa si attesta intorno al +1,6%.
Per quanto riguarda il nostro continente, nello specifico, il risultato espresso è una media tra situazioni molto differenziate, che vanno da incrementi superiori a +5% per in Nord e Centro Europa, a una contrazione pari a -1,3% per l’Europa Occidentale. Sulla dinamica dei Paesi emergenti (+2,3%) agiscono due tendenze opposte, da un lato il recupero confermato per l’area Asia Pacifico (+9,3%), le ottime performance del Centro e Sud America (tra +5 e +7%) e dell’area Caraibica, nonché l’interessante dinamica dell’area subsahariana; dall’altro, il crollo della Turchia (-30,6%) e del Medio Oriente (-6,4%) e la conferma della crisi nel Nord Africa.
A fronte di questi primi risultati, l’Organizzazione Mondiale del Turismo UNWTO conferma così anche per il biennio 2016-2017 il consolidamento delle performance positive del settore. Entro la fine del biennio, il movimento turistico mondiale dovrebbe raggiungere il miliardo e 300 milioni di arrivi. Nel periodo, inoltre, dovrebbe confermarsi il posizionamento delle economie avanzate, anche grazie agli ottimi livelli di competitività giocati da alcune destinazioni europee (Spagna, Portogallo, Italia, Irlanda). Tra i Paesi emergenti sembra invece molto probabile il rafforzamento ulteriore delle destinazioni centro americane e del sud-est asiatico.
Claudio Pizzigallo
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