Non ce l'ha fatta il "mago" Carlos Queiroz a far avanzare la nazionale ai mondiali brasiliani, ma nel turismo l'avanzata è favorita da un altro "allenatore", ovvero il nuovo presidente Hassan Rohuani
Ritenuta da molti come l'inizio di un nuovo corso in Iran, l'elezione di Rouhani del giugno 2013 ha infatti creato attese e speranze in patria e all'estero. Il cambio al vertice, e l'ascesa al potere di un politico che ha mostrato maggiori aperture verso l'Occidente, ha inciso molto anche sull'immagine del Paese mediorientale, come dimostrano i dati sul turismo verso l'Iran, che da qualche mese sta vivendo una vera e propria rinascita.
I numeri evidenziano un vero e proprio boom di visitatori, tanto da "far impennare del 150% su base annua il numero di turisti che il mese scorso hanno visitato l'Iran" come ha scritto l'agenzia Isna. I flussi risultano particolarmente diretti verso zone molto rinomate come Isfahan, Shiraz/Persepoli e Yazd; altra meta tra le principali è ovviamente Teheran, una capitale da più di 10 milioni di abitanti, che si estende per 100 chilometri tra modernità e antichità, tra colline e montagne.
Negli ultimi mesi, il trend dei viaggi verso la Persia si è ulteriormente consolidato anche grazie alle prenotazioni dall'Italia, in tre mesi arrivate alla quota che si registrava in un anno intero. "Il numero dei visti rilasciati dai due consolati presenti in Italia, negli ultimi tre mesi, è infatti di 5.600 - ha precisato l'Istituto culturale dell'ambasciata della Repubblica Islamica dell'Iran - e non comprende gli italiani che sono entrati da altri paesi (come gli Emirati o la Turchia, ndR) o quelli che hanno ottenuto il visto direttamente in aeroporto".
Tra i primi a mettere le basi per la ricostruzione di quel ponte culturale che legava Italia e Iran prima dell'11 settembre 2001 e delle successive direttive internazionali che hanno isolato l'Iran dagli stati Occidentali (causando un danno calcolato in 5 miliardi dollari) fu proprio l'ex ministro della Cultura, Massimo Bray, che si era recato in Iran già alla fine dello scorso gennaio in visita ai resti dell'antichissimo sito di Bam, distrutto da un terremoto. "Italia e Iran vogliono mettere a punto strategie comuni nel settore turistico", aveva detto l'ex ministro.
Nel solco di questa filosofia, proprio in questi giorni, Hamid Masoumi Nejad, famoso giornalista e scrittore iraniano che vive in Italia da oltre vent'anni, corrispondente della Radio Televisione pubblica, ha raccolto in un dvd dal titolo "Iran terra del mito" alcune tra le più straordinarie immagini del suo Paese per presentarle al pubblico italiano in un documentario realizzato con la collaborazione del regista Gigi Oliviero: "Ho voluto realizzare questo lavoro - ha detto il reporter - con la precisa intenzione di avvicinare due culture. L'Iran spesso viene rappresentato come un Paese complicato e caratterizzato da tante contraddizioni che troppo spesso si traducono solo in luoghi comuni". "Colpa anche di una certa stampa - spiega un operatore turistico - che ha dato credito a chi ci rappresentava come un Paese insicuro. Mentre per gli iraniani l'accoglienza è sacra, e la vicinanza culturale e caratteriale con gli italiani è davvero straordinaria".
A livello internazionale, inoltre, come riportato da Bloomberg, l'Iran sta pensando di rimuovere o rendere più agevoli i visti per 12 Stati, proprio per facilitare l'arrivo di turisti internazionali. L'Iran sembra quindi aver svoltato pagina, almeno nel turismo.
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