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Lo avevano minacciato a metà giugno, ribadito nelle settimane scorse, e ieri sono passati ai fatti: i proprietari di hotel di tutto il litorale emiliano romagnolo, dai Lidi ferraresi a quelli ravennati, da Misano a Riccione, a Rimini, a Cattolica faranno causa a circa 300 siti di informazione meteorologica.

 

Non ne possono più dei cosiddetti "meteoterroristi". L'accusa è pesante: i siti internet commerciali pubblicano previsioni anticipate senza curarsi delle ripercussioni che potrebbero avere sul settore turistico, ma anzi calcando la mano e producendosi in bollettini sempre più cupi e catastrofici, perché ogni click ai loro siti web significa denaro nelle casse. Il danno è quantificato in 15 milioni di euro a week end nella sola Emilia Romagna.

Mi ricordo che già anni fa le regioni del Nord Est avevano provato ad alzare la voce per la perenne nuvoletta con pioggia che appariva sui loro territorio ogni trasmissione meteo della Rai. Non se ne fece nulla.

Ma il problema da allora (noi proponemmo una "certificazione" per i siti delle previsioni) si è ingigantito. Il proliferare di trasmissioni, app e quant'altro sul meteo sta condizionando la vita di tutti noi. Forse quanto e più dell'oroscopo. Ma mentre quest'ultimo non ha pretese di scientificità ed è oracolare, nel senso che può essere interpretato a piacimento, le previsioni sono spacciate come fatti oggettivi. E qui casca l'asino. Secondo la saggezza popolare chi sbaglia dovrebbe pagare. Anche perché il nostro è un Paese che sul turismo ci vive.

 

Bruno Caprioli - direttore Marketingdelterritorio.info


Twitter @capriolibruno

 

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