Da Panoramio a Google Art Project, il web è una grande galleria del mondo
Chi in volo non si è mai domandato: ma esistono le autostrade del cielo? I piloti come fanno a non andare a sbattere contro gli altri aerei?
I dubbi non evaporano se si apre la schermata di Plane Finder, il sito dove si possono seguire le rotte degli itinerari in cielo. I flussi dei voli nel mondo sembrano formiche intorno a un formicaio, zoomando su aree geografiche la situazione migliora e si possono provare a indovinare le strade del cielo. Su Plane Finder, cliccando sui singoli aeroplani possiamo conoscere la rotta, la velocità, la compagnia di ogni volo in aria in tempo reale. Il rischio per i naviganti di perdersi provando a tracciare le rotte del cielo è molto alto, astenersi compulsivi.
Perdersi in un viaggio virtuale è altamente rischioso anche con Panoramio, una mappa fotografica di Google Maps. Ogni utente di Google carica la sua personale galleria di immagini nel mondo, che poi sono distribuite fotograficamente per aree geografiche in un nuovo fenomeno di collaborazione dal basso in cui i turisti e abitanti del mondo disegnano un collage di cartoline dai territori globali. Questa settimana Google ha diffuso la classifica dei luoghi più fotografati del mondo: davanti alla grande bellezza di Roma, c'è solo la Grande Mela. New York City, infatti, è la città più fotografata al mondo, Barcellona scalza Parigi dal podio, mentre al quarto e quinto posto si piazzano due destinazioni curiose, Istanbul e soprattutto Montecarlo.
I sistemisti di Google sembrano divertirsi a disegnare luoghi della perdizione virtuale, di riproduzione della bellezza. Negli uffici di Rue de Londres a Parigi, gli ingegneri dell'istituto culturale di Google hanno creato il museo più grande del mondo attraverso il Google Art Project. Sulla pagina che è visualizzabile con la stessa tecnologia di Street View, possiamo passeggiare tra i maestri impressionisti alla Gare d'Orsay e l'aspirapolvere di Jeff Koons al MoMA, fino alle gallerie emergenti tra Hong Kong e Mumbai, Los Angeles e Tokyo. Il museo più grande del mondo, che conta 57 mila opere disseminate in 50 Paesi, è sul web: alcuni tra i musei più importanti e visitati globalmente - National Gallery e Tate Britain a Londra, il MET e il MoMA di New York, in Italia i Musei capitolini, gli Uffizi, Palazzo Grassi e la Reggia di Venaria - si sono fatti digitalizzare gli archivi. In Francia, dove gli archivisti di Google si sono insediati, c'è chi storce il naso: il Louvre e il Pompidou come Aureliè Filipetti, il ministro della Cultura che ha polemicamente disertato l'inaugurazione dei nuovi uffici del colosso di Mountain View.
Da Plane Finder al Google Art Project , il web è dunque una grande galleria del mondo, in cui sognare i paesaggi e disegnare gli itinerari. Ma come insegnano le campagne elettorali di Obama, il web è il luogo dell'organizzazione per l'azione sul campo; in questo caso, il viaggio.
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