Luci e ombre nell’ultima pubblicazione dell’Istituto nazionale di statistica. Dati preoccupanti emergono sulla cultura: cala la spesa delle famiglie, si leggono sempre meno libri. Il turismo tiene e conferma la capacità di attrazione del nostro Paese
Come sempre l’Istat rappresenta una miniera di informazioni per capire meglio il Bel Paese. L’ultima pubblicazione in ordine di tempo - Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo - mette in fila una interessante selezione di indicatori statistici, che spaziano dall’economia alla cultura, al mercato del lavoro, passando dalle condizioni economiche delle famiglie, alla finanza pubblica, all’ambiente, ai trasporti. In sostanza la pubblicazione dell’Istituto nazionale di statistica attraverso oltre 100 indicatori, articolati in sei aree e 19 settori, fotografa vari aspetti dell’Italia comparandola con il contesto europeo e mettendo in rilievo le differenze regionali che la caratterizzano.
In questo breve articolo vogliamo occuparci però soltanto della cultura e del turismo, due aree del nostro Paese dalle potenzialità enormi ma non sempre valorizzate a dovere.
LA CULTURA - La spesa delle famiglie per consumi culturali rappresenta uno degli indicatori chiave individuati dall’Ue per la valutazione delle politiche per lo sviluppo delle condizioni di vita e del welfare nel lungo termine. I dati per l’Italia non sono confortanti. Nel 2015 le famiglie italiane hanno destinato a consumi culturali e ricreativi il 6,7% della loro spesa, un valore decisamente inferiore alla media Ue28 (8,5%) e superiore solo a quelli di Lussemburgo, Cipro, Irlanda, Portogallo, Romania e Grecia.
Tuttavia nel 2016 sono aumentate le persone che vanno al cinema (oltre il 50% della popolazione) e a concerti di musica diversa da quella classica. La fruizione di spettacoli o intrattenimenti fuori casa è più diffusa tra gli 11-24enni. A livello territoriale il divario tra Centro Nord e Sud è molto rilevante nel caso di visite a musei e monumenti mentre si attenua per la partecipazione a spettacoli cinematografici e sportivi.
Il dato meno confortante è quello relativo alla lettura. Già si sapeva che gli italiani leggono poco al confronto degli altri cittadini europei, ma nel 2016 è diminuita ulteriormente sia la quota di persone che leggono quotidiani (43,9%, dal massimo di 58,3% del 2006 e dal 47,1% del 2015) sia quella di chi legge libri (40,5%, dal 42,0% del 2015), ma tra questi più della metà legge un massimo di 3 libri all’anno. La lettura rimane prerogativa soprattutto dei giovani e delle donne. A livello territoriale tutte le regioni del Mezzogiorno presentano valori inferiori al dato nazionale a eccezione della Sardegna.
Si conferma invece in aumento l'utilizzo del web per la lettura di notizie, giornali o riviste; tra i giovani di 20-24 anni il 53,9% va su internet a questo scopo. Su scala europea l’Italia occupa però l’ultima posizione insieme alla Romania. Nel 2016 l'8,4% della popolazione di 6 anni e più legge online e scarica dal web libri, quota che sale a poco meno del 20% tra i giovani di 18 - 24 anni.
Questa forma di fruizione culturale è più diffusa nel Nord-ovest. Ma anche per la lettura su internet il Mezzogiorno registra una diminuzione rispetto al 2015.
IL TURISMO - Il turismo rappresenta sempre una risorsa importante dell'economia nazionale e le statistiche presentate illustrano la capacità di attrazione e di accoglienza del nostro Paese, caratterizzato da una ricchezza, in termini di varietà e di estensione, di aree costiere e montane, sia alpine sia appenniniche.
Gli esercizi ricettivi operativi in Italia nel 2015 sono stati 167.718 con più di 4,8 milioni di posti letto, in crescita rispettivamente del 5,9 % e dello 0,6% rispetto al 2014. L’offerta italiana è superiore a quelle di Germania, Spagna e Francia, ma inferiore, tra le altre, all’offerta di Croazia, Austria e Grecia. Le presenze negli esercizi ricettivi nel 2015 sono state circa 393 milioni, il 4% in più rispetto al 2014. L’Expo Milano 2015 ha dato una grossa mano per fare impennare le presenze a Milano e dintorni.
Il numero di alberghi è in leggero calo rispetto al 2014 (33.199 unità; -0,3%), ma aumentano dello 0,4% i posti letto (a 2,2 milioni); cresce invece il numero degli esercizi extra-alberghieri (134.519 unità, +7,5% rispetto al 2014) con 2,6 milioni di posti letto (+ 0,8%).
La durata media del soggiorno nelle strutture ricettive continua invece a diminuire attestandosi a 3,5 notti. Tutte le regioni del Nord-est si collocano al di sopra della media nazionale per numero medio di notti trascorse dai clienti negli esercizi, insieme a Marche e Toscana nel Centro (5,2 e 3,5 notti). Il nostro Paese presenta valori superiori alla media dell’Ue28 (2,94 notti), preceduta in graduatoria da Spagna, Grecia, Danimarca, Croazia, Malta e Cipro. La contrazione della durata media del soggiorno è una tendenza in atto fin dal 2005 e vale sia per i residenti in Italia che per i turisti dall’estero.
I viaggi in Italia effettuati dai residenti nel 2016 per motivi di vacanza e di lavoro si stima siano stati pari a 66 milioni e 55 mila. Per la prima volta, dopo sette anni, la variazione è positiva rispetto all'anno precedente (+13,7%). Le vacanze rappresentano l'88,6% del totale, i viaggi per lavoro l’11,4%. In termini di pernottamenti, il 94,2% delle notti riguarda i viaggi di vacanza e il 5,8 quelli di lavoro. Le durate medie dei soggiorni degli italiani in Italia sono pari a 5,5 e a 2,7 notti rispettivamente per vacanza e per lavoro. Le vacanze brevi (fino a tre pernottamenti), stimate in 29,3 milioni, crescono del 20,7% rispetto al 2015, quelle lunghe, pari a 29,9 milioni, dell'11,3%.
Nell'82,8% dei viaggi i residenti scelgono come destinazione località nazionali. I viaggi all'estero (17,2% dei viaggi) avvengono soprattutto verso i Paesi dell'Unione europea (9,8%).
Le vacanze lunghe estive trascorse in Italia hanno più frequentemente come destinazione la Puglia (12,9%) e l'Emilia-Romagna (11,4%), mentre il Trentino-Alto Adige è la meta preferita in inverno (24,8%) e autunno (16,3%).
La Spagna è la meta più scelta per le vacanze lunghe all'estero (12%), la Francia per quelle brevi (22,1%), mentre la Germania è il paese più frequentato per motivi di affari (17,4% dei viaggi di lavoro all'estero). Tra i viaggi con mete extra-europee, gli Stati Uniti sono la destinazione preferita per le vacanze lunghe (16,4%), la Cina per i viaggi d'affari (8,4%).
Riccardo Caldara
Twitter @riccardocaldara