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“Creative in Puglia” è l’ultima ricerca della Fondazione sul peso dell’industria della creatività nel sistema economico pugliese. L’obiettivo, spiegano dalla Regione, è trasformare la Puglia in un territorio che basa sulla creatività la sua ricchezza


“Trasformare la Puglia in una regione che fonda la propria ricchezza ed il proprio sviluppo sull’economia della creatività”. Con questo ambizioso obiettivo sono state formulate dal Distretto Puglia creativa le raccomandazioni presentate mercoledì ai policy maker che hanno partecipato a “We are creative in Puglia: strategie di sviluppo 2020”, l’evento che ha chiuso al Cineporto di Bari il progetto I.C.E. “Innovation, Culture and Creativity for a new Economy”, finanziato dal programma di cooperazione territoriale europea Grecia-Italia 2007-2013.
L’evento, organizzato dall’Assessorato all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese e Apulia Film Commission, è stato l’occasione per presentare la ricerca della Fondazione Symbola sull’industria della creatività pugliese nei suoi vari ambiti.
“La Regione Puglia ha creduto nelle possibilità di sviluppo del territorio legate alle industrie culturali e creative. Prova ne è il riconoscimento nel novembre 2012 del Distretto Produttivo Puglia Creativa, primo e finora unico caso in Italia di distretto produttivo dedicato al settore e l’aver proposto in qualità di Lead Partner il progetto strategico I.C.E.” è il commento ufficiale di Loredana Capone, assessore pugliese allo Sviluppo Economico. Secondo l’assessore, negli ultimi anni “l’economia della cultura e della creatività si è spesso dimostrata uno degli strumenti più adatti a riconvertire i territori e le loro vocazioni produttive, allineandole al ritmo dei flussi internazionali che oggi costituiscono, ci piaccia o meno, il paradigma di riferimento per la creazione del valore e la ridistribuzione del benessere”.
Valorizzando e dando possibilità di espressione a quello che i territori già di per sé esprimono attraverso le proprie identità culturali, secondo Capone si lavora su un asset di gran lunga più longevo di qualunque utopia industriale “pesante” perseguita nel secolo scorso: “Investire su cultura e creatività, che nel nostro territorio equivale a dire anche ‘turismo’, non è quindi una moda: è una precisa scelta di politica economica peraltro, in qualche misura, obbligata dai tempi che viviamo”.
Nel caso della Puglia, le politiche dello scorso ciclo hanno già avviato un’azione di stimolo del sistema culturale e creativo; ed esso ha già iniziato a posizionarsi tra i segmenti importanti dell’economia ma soprattutto della società, mostrando la capacità di “riattivare” entrambi. Si tratta adesso, secondo l’assessore, di continuare a rafforzare le imprese e il non profit che vi lavorano, integrare i percorsi già iniziati e aprirne di nuovi.
Come spiegato da Domenico Sturabotti, direttore della Fondazione Symbola, e Vincenzo Bellini, presidente del Distretto Produttivo Puglia Creativa, il report Creative in Puglia cerca di offrire una visione ampia e allo stesso tempo dettagliata delle eccellenze culturali presenti sul territorio regionale. Tutto ciò a partire da una perimetrazione settoriale che contempla, oltre le attività di conservazione del patrimonio storico artistico, le performing arts e le industrie culturali, anche una serie di tipologie produttive a forte connotazione creativa (cinema, radio, tv, musica, ecc.). Tutte attività che mostrano evidenti sinergie con una serie di attività a carattere creativo non propriamente culturali ma che, tuttavia, svolgono l’importante funzione di assorbire e ridefinire l’identità culturale dell’Italia nel mondo. L’aggiunta di queste attività, essenzialmente riconducibili al made in Italy, permette di definire e perimetrare il Sistema Produttivo Culturale, ovvero quell’insieme di attività che in Puglia, nel 2014, ha generato 2,4 miliardi di euro di valore aggiunto (il 4% del valore aggiunto dell’economia regionale), impiegando 55.000 addetti, grazie agli sforzi e alle attività di oltre 22.800 imprese, di cui oltre 16.000 attive nel cuore delle attività culturali.
La cultura è quindi in tal senso il miglior strumento per attrarre una forma di turismo diversa da quella esclusivamente balneare. La Puglia contribuisce quasi per il 4% alla determinazione della spesa turistica attivata dall’industria culturale in Italia, con un valore assoluto di quasi 1.091 milioni di euro. Il 36,8% di tale valore è attivata dalla provincia di Lecce, il 21,2% dalla Provincia di Bari e il restante 42% dalle altre quattro province pugliesi.
Per la ricerca completa della Fondazione Symbola: http://www.symbola.net/html/article/creativeinpuglia

 

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