Oltre 500 miliardi di fatturato per il comparto delle industrie culturali nell'Unione Europea, con aumento dell'occupazione in controtendenza rispetto agli altri settori. Secondo il vicepresidente SIAE la prova che possono essere un volano per l'economia
Vale 535,9 miliardi di euro di fatturato e 7,1 milioni di posti di lavoro il peso economico delle industrie culturali e creative nell'Unione europea. A dirlo Filippo Sugar, vicepresidente della Siae, secondo il quale questi numeri "sono la prova di come la cultura e la creatività possano essere un potente motore di rilancio per l'economia di un Paese".
Sugar ha commentato così i dati emersi dallo studio "Creare crescita. Misurare i mercati culturali e creativi nell'UE", presentato a Bruxelles da GESAC, il Gruppo Europeo delle Società degli Autori e Compositori, di cui SIAE è membro. "Uno studio come quello presentato oggi sottolinea ancora una volta l'importanza di quello che da sempre sosteniamo e tuteliamo: la creatività. Troppo spesso il settore della cultura viene percepito unicamente come svago e divertimento, costituisce invece un fattore di sviluppo per il Paese che può determinare la crescita del Pil" ha dichiarato il vicepresidente della Società Italiana degli Autori ed Editori.
Lo studio GESAC evidenzia come le industrie culturali e creative nell'UE offrono lavoro a un numero di europei 5 volte maggiore rispetto al settore delle telecomunicazioni, attirando molti giovani con meno di 30 anni, che rappresentano il 19,1% degli occupati. "La cultura e la creatività possono essere un volano per l'economia. Basti pensare che lo studio rileva che tra il 2008 e il 2012 i posti di lavoro nell'Unione Europea sono in diminuzione (-0.7 all'anno) mentre quelli nelle industrie culturali e creative, sempre nello stesso periodo, registrano un incremento di +0,7 l'anno" ha concluso Sugar.
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