In vista della Bit, per comprendere a fondo il sentimento degli operatori, abbiamo rivolto a presidenti delle associazioni, compagnie di trasporti, opinion leader e giornalisti di viaggi la fatidica domanda: “Che anno sarà il 2014 per il turismo italiano?”. Pubblichiamo i risultati del nostro monitoraggio nella settimana dell’evento milanese, in cui i tour operator internazionali e italiani misureranno la temperatura del mercato. MarketingdelTerritorio.info sarà alla fiera di Milano per raccontare in diretta il clima tra gli operatori del turismo italiano.
LE LUCI
Paolo Audino, ad di TTG Italia, usa parole dolci per le proiezioni di quest’anno dei flussi turistici: “Penso che nel 2014 ci sarà un leggero aumento nella vendita del prodotto Italia, frutto di una situazione economica globale, ed europea in particolare, in leggero, ma costante miglioramento”. A fargli eco Stefano Passaquindici, caporedattore della pagina del turismo de Il Giornale, e Maura Marca di Michelin Italia che confermano il trend positivo. Anche le statistiche dei trasporti fanno ben sperare, la NTV conferma la previsione che “lascia intendere trend più vivaci”. Anche dal comparto MICE, arrivano segnali positivi: lo confermano Mario Buscema, presidente di Federcongressi, e Luca Tonelli, ad di Ventana group. Buscema dichiara: “Gli operatori stanno compiendo significativi sforzi di internazionalizzazione per agevolare i flussi incoming business e congressuali da tutto il mondo e soprattutto dai Paesi dell’area Brics – Cina e Russia e su tutti. Ho quindi motivo di ritenere che, sul nostro versante, il 2014 segnerà un aumento degli arrivi”. Luca Tonelli registra la crescita del business travel: “Ci sarà un aumento degli arrivi. Il segmento Mice è un mercato in crescita, un mercato corporate, sta aumentando i volumi, a testimoniarlo i numeri dell’osservatorio sui business travel in crescita sulla regione europea e sull’Italia”.
LE OMBRE
Se il Mice gode di buona salute è il settore turistico puro a soffrire, secondo l’ad di Ventana, che spiega: “Il comparto sta flettendo, sono dati della settimana: l’Italia è tra i tre Paesi in Europa in calo; ma i fattori per bloccare questa flessione sono troppo articolati”. Luca Tonelli non è il solo a preoccuparsi per la perdita di competitività del turismo italiano; il sentimento di molti operatori riflette problematiche che si trascinano da anni nella relazione tra politica e turismo. Paolo Bertagni, direttore di Guida Viaggi, la vede grigia: “I numeri del turismo in Italia nel 2014 rimarranno stabili, perché non si sta facendo nulla per incrementarlo, nessuna categoria emergente sta scegliendo il nostro Paese e non vedo nel 2014 eventi in grado di attirare grandi flussi turistici”. Nelle ultime settimane Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha parlato di povertà turistica degli italiani e nel 2014 non vede margini per grandi exploit: “L’andamento di quest’anno rimarrà stabile, identico al 2013: gli stranieri continueranno a scegliere sempre più l’Italia per i loro soggiorni, mentre la clientela italiana continuerà a muoversi a singhiozzo a causa della crisi”. Nel disegnare strategie per intercettare nel 2014 i grandi flussi internazionali, Paolo Audino di TTG vede quale punto dolente italiano la debolezza della nostra compagnia di bandiera: “Lo stato del nostro vettore aereo nazionale impedisce qualsiasi serio sviluppo di traffici extraeuropei”.
EXPO 2015
L’orizzonte dell’EXPO 2015 è come vedere terra dopo anni trascorsi nel tempestoso naufragare della crisi. A quindici mesi dall’inaugurazione, gli opinion leader del settore sono unanimi nel dichiarare che il 2014 è l’anno che ci accompagnerà al grande appuntamento, in cui avremo l’occasione di aggiornare i canoni della promozione del prodotto Italia. Per Luca Tonelli di Ventana Group, l’esposizione universale è già determinante negli arrivi previsti nel 2014: “Registreremo un oggettivo aumento delle attività sull’area Lombardia e non solo perché le delegazioni inizieranno ad inviare le loro persone per l’allestimento del padiglione e la gestione del pre-evento”. Alessandro Rosso, Presidente di Alessandro Rosso group, è concorde: “Il 2014 non è che la prova generale sull’Expo 2015”, così come Marca di Michelin che invita tutti a lavorare già sull’appuntamento di Milano. Buscema di Federcongressi invita a fare promozione su vasta scala: “La Meeting industry italiana è già concentrata sull’Expo”. E sul 2014 quali grandi eventi e appuntamenti culturali possono attrarre significativi flussi turistici nel Bel Paese? Angelo Pittro, direttore commerciale e marketing di EDT Lonely Planet Italia, opta per il Salone del Gusto, sicuramente coerente con “Nutrire il Pianeta-Feeding the Planet”, il tema dell’Expo, mentre NTV si aspetta grande folla nella Capitale per la canonizzazione dei Papi fissata per il prossimo 27 aprile. Bernabò Bocca taglia corto: “Solo i grandi eventi accendono i riflettori del mondo”. E allora meglio lavorare per l’EXPO, ma su quali flussi? Quali sono i mercati e le categorie emergenti del turismo in Italia?
MERCATI STRATEGICI E CATEGORIE DI TURISTI EMERGENTI
Tutti unanimi nell’eleggere l’area BRICS quale mercato su cui concentrare la promozione. Luca Tonelli osserva: “C’è una crescita esponenziale e continuativa dei mercati emergenti, vediamo crescere fortemente il mercato brasiliano, prima assente in Europa, continua anche l’ascesa dei cinesi e cominciamo a ricevere anche mercato indiano. I Paesi Brics sono mercati nuovi in termini di passeggeri, con caratteristiche a volte difficili da gestire, ad esempio gli indiani hanno problematiche alimentari”. In Italia non esiste un prodotto povero e l’obiettivo, continua Tonelli, deve essere massimizzare i mercati ricchi, fasce culturali medio-elevate: “Oggi è un errore pensare di continuare ad affascinare i clienti che non sanno nulla della storia d’Italia, ritengo che sia necessario tornare a lavorare su mercati ricchi, come gli scandinavi, che sono stati abbandonati, come in UK, in Germania in maniera massiccia, che sono locomotive di prodotto di mercato fortissime”. Mario Buscema è d’accordo sul tornare a puntare su Europa del Nord e Germania, per Paolo Audino di TTG oltre a questi e ai BRICS, bisogna aumentare la promozione su tutti i Paesi dell’est europeo, mentre Maura Marca cita i coreani. Tra i giornalisti, Paola Manfredi di Traveller divide i turisti stranieri in Italia in due grandi categorie, chi sceglie il mare low cost come in Veneto e Romagna, e chi ci sceglie per la cultura tra mostre, musei, concerti e grandi giardini; sui mercati, è dell’idea di concentrare la promozione su Francia e USA. Stefano Passaquindici vede nuove tendenze di fruizione del territorio nelle categorie emergenti, cicloturisti ed escursionisti, soprattutto latino-americani. NTV traccia il profilo di una tipologia emergente di turista, il viaggiatore a bordo dei treni veloci: informato, consapevole, autonomo, web-friendly. Bernabò Bocca, fuori dal coro, sostiene che la promozione vada fatta sugli italiani.
POLITICHE E MISURE PER IL TURISMO
Ma come può la politica aiutare l’industria del turismo a risollevare il PIL? Quali provvedimenti aiuterebbero il settore a diventare più competitivo? Oltre le tattiche, Luca Tonelli descrive l’atavico problema del turismo italico: “L’assenza di una governance centrale”. E se per aiutare il settore fosse necessario modificare la Costituzione? “Nel Titolo V, la nostra carta demanda in maniera esclusiva alle Regioni la promozione e lo sviluppo del turismo. Quindi il più grande problema italiano è che non ha un governo strategico di uno dei motori più importanti del PIL italiano, è come se non avessimo un Ministero dell’industria. A valle, ne consegue una parcellizzazione di risorse, e ogni Regione cerca di utilizzare al meglio le proprie, parcellizzando la capacità di penetrazione sul mercato. Il risultato è che abbiamo l’Abruzzo che fa delle cose, il Piemonte che ne fa delle altre in maniera totalmente scoordinata su tutte le attività di promozione, dalle fiere ad altri appuntamenti”. Questa frantumazione finisce per trasformarsi in concorrenza tra territori, Tonelli conclude: “La politica del campanile ha fatto danni negli ultimi 25 anni”. Rispetto al Titolo V, Paolo Bertagni di Guida Viaggi è sulla stessa lunghezza d’onda: “Aboliamo la regionalizzazione delle competenze, puntiamo sui Brics e attuiamo il decreto valore-turismo”. Anche Paolo Audino di TTG invoca un piano strategico del settore: “Più risorse all’Enit, defiscalizzare gli interventi delle Regioni che seguono il piano e penalizzare quelle che non lo seguono; separare le deleghe alla cultura e al turismo”. Mario Buscema di Federcongressi vede nelle future possibilità di sviluppo del Paese l’attrazione del turismo congressuale, a una condizione: “La creazione di un Convention bureau nazionale: promosso insieme all’Enit e alle Regioni sotto forma di aggregazione di operatori privati promossa dalle associazioni imprenditoriali, aperta a ogni attore della meeting industry”. Paola Manfredi di Traveller sostiene che gli enti italiani del turismo vadano completamente rimodellati e tira una stoccata al settore: “Sono baracconi istituzionali che non fanno nulla e sono sempre in ritardo su tutto: con noi giornalisti sono pessimi, immagino cosa facciano con i turisti”. Per quanto riguarda l’offerta, Manfredi invita a immaginare “nuovi modi di conoscere l’arte, aperture speciali dei musei, strutture ricettive di qualità a basso prezzo”; sull’arte è d’accordo Passaquindici de Il Giornale, che propone “l’apertura prolungata dei musei, l’esposizione del patrimonio degli archivi, migliorare la qualità, soprattutto al Sud” e per quanto riguarda le policies suggerisce “detassazione degli investimenti dei privati a sostegno di cultura, turismo ed enogastronomia”. Maura Marca di Michelin sensibilizza sull’importanza della cura per i clienti e bacchetta sui costi dell’offerta: “Urge un piano di rilancio e ammodernamento del settore che si ripercuota positivamente sugli utenti in termini di contenimento dei costi di ristoranti e alberghi (esorbitanti in confronto ad altri Paesi), allo stesso tempo migliorare la fruibilità di monumenti e luoghi di interesse, più attenzione anche per le infrastrutture”. Il nostro Paese registra un altro default di competitività a causa della burocrazia, altra piaga atavica del sistema italiano che si riflette sui turisti dei Paesi emergenti. Per Bernabò Bocca è necessario “accelerare pratiche e visti per i BRICS; dal raffreddamento dello spread, dalla stabilizzazione dei mercati finanziari e dal contenimento del tasso d’inflazione, ci auguriamo che nascano le condizioni per ridare liquidità alle famiglie e dunque nuovo vigore ai consumi turistici”. Ma non basta, occorrono anche misure contestuali, che aiutino le imprese nel processo di ammodernamento e riqualificazione e i consumatori, prosegue il senatore e leader di Federalberghi: “Per le imprese chiediamo sostegno agli investimenti in forma di agevolazioni fiscali e maggior accesso al credito, promozione massiccia della destinazione Italia, drastica riduzione del costo del lavoro e della pressione fiscale. Per i consumatori auspichiamo l’eliminazione dell’imposta di soggiorno e la diminuzione delle ritenute in busta paga”. Anche la NTV esprime la necessità di alleggerire la burocrazia: “Normalizzare le procedure dei visti per Paesi che lo necessitano, ad esempio la Cina” e propone una open travel alliance attraverso “la standardizzazione del linguaggio informatico che coinvolga tutti gli operatori del turismo a livello mondiale, come sinonimo di modello comune che interessi la programmazione a livello globale”.
Il 2014 è già avviato, il 2015 è alle porte: l’Italia non può più aspettare.
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Hanno risposto al sondaggio:
Alessandro Rosso, Presidente e Fondatore di Alessandro Rosso Group
Mario Buscema, Presidente di Federcongressi e Eventi
Bernabò Bocca, Presidente di Federalberghi
Angelo Pittro, direttore commerciale e marketing EDT Lonely Planet Italia
Maura Marca, Michelin Italia
NTV, Nuovi Treni Veloci
Paolo Audino, AD TTG Italia
Luca Tonelli, AD Ventana Group
Paolo Bertagni, Direttore Guida Viaggi
Stefano Passaquindici, Il Giornale
Paola Manfredi, Traveller/VanityFair