Metà degli italiani non si è potuta permettere le vacanze di Natale, il turismo si salva grazie ai viaggiatori internazionali che scelgono il nostro Paese
Lunedì mattina le radio e i giornali hanno lanciato la notizia: a novembre 2013 la produzione industriale in Italia è cresciuta del +0,3%, il segno + mancava da 26 mesi. Che sia la famosa “luce in fondo al tunnel” di cui il premier e il tesoriere Saccomanni parlano dal loro insediamento? Forse. È certo però che avremmo bisogno di incentivi per alimentare la fiamma sulla speranza della crescita.
Il lumicino industriale è speculare alla poca luce che vede il turismo italiano: secondo i dati diffusi ieri da Federalberghi, il 2013 ha registrato una crescita dello 0,27% di presenze tra italiani e stranieri. Una flebile luce in cui Bernabò Bocca, presidente della federazione, non vede segni di grande ottimismo e si è sfogato, spronando il governo sul famoso decreto valore-turismo: "È trascorso un anno da quando il consiglio dei Ministri esaminò il piano nazionale strategico per lo sviluppo del turismo in Italia, che si proponeva di far crescere il PIL di 30 miliardi di euro e di creare 500mila nuovi posti di lavoro entro il 2020. È urgente passare dalla teoria alla azione, approvando in tempi rapidi il decreto valore-turismo".
La situazione si aggrava a fronte del fatto che sono gli stranieri a salvare il turismo in Italia: come per l’export nella manifattura, il fuoco della luce turistica è alimentato dagli stranieri che scelgono il nostro paese. Nel 2013 infatti il numero di presenze di turisti italiani e stranieri è sostanzialmente pari. La necessità è di conseguenza quella di lavorare molto sul turismo interno, per prevenire la “povertà turistica”, spiacevole condizione in cui sono relegati i 32 milioni di italiani che hanno dovuto rinunciare alle vacanze di Natale. Le associazioni del turismo hanno elaborato il decreto valore- turismo, formula magica per inserire il “petrolio italiano” nel motore della ripresa, ma per combattere la povertà turistica, Bernabò Bocca sprona il Governo: “Occorrono misure contestuali che da un lato ridiano credito alle imprese, impegnate in un processo di ammodernamento e riqualificazione , ed ai consumatori di riguadagnare potere d’acquisto. Per le imprese chiediamo sostegno agli investimenti in forma di agevolazioni fiscali e maggior accesso al credito, promozione massiccia della destinazione Italia, drastica riduzione del costo del lavoro e della pressione fiscale. Per i consumatori auspichiamo l’eliminazione dell’imposta di soggiorno e la diminuzione delle ritenute in busta paga". Come nella manifattura, il prodotto Italia è ancora molto appetibile, nel 2014 è auspicabile che torni a essere accessibile agli italiani.
G.D.
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