Approvata il 27 marzo dal consiglio regionale, pone al centro la salvaguardia del territorio, lo sviluppo socioeconomico e il turismo sostenibile
In tempo utile prima che si concluda la legislatura, la Regione Piemonte ha riorganizzato il tema della montagna dentro una nuova legge. È stato un percorso lungo e impegnativo che ha portato alla graduale messa in liquidazione delle Comunità montane e alla formazione di 55 Unioni montane quali nuove forme più snelle e sostenibili di gestione associata delle funzioni fondamentali, ma che ora fornisce alla montagna piemontese uno strumento normativo innovativo. La salvaguardia del territorio, la prevenzione del dissesto, lo sviluppo sociale ed economico, il rafforzamento delle amministrazioni locali sono le basi su cui poggia la nuova legge che nel turismo e nell’agricoltura individua gli assi fondamentali per la crescita.
Nell’articolato compaiono la valorizzazione dei borghi alpini e appenninici, la riduzione del divario digitale, la necessità di organizzare nuovi sistemi di servizi pubblici quali ad esempio i trasporti a chiamata. Compaiono anche le cooperative di comunità e le comunità energetiche.
Gli strumenti individuati per il rilancio della montagna sono il Programma annuale di attuazione, che ha il compito di individuare gli interventi per mantenere e incrementare i punti di forza del territorio montano, le azioni per la promozione e la valorizzazione della montagna, nonché le disponibilità complessive di spesa per l’attuazione del piano stesso; l’Osservatorio regionale per la montagna, istituito presso la Direzione regionale competente, che acquisisce gli elementi informativi necessari per la conoscenza delle caratteristiche socio-economiche, ambientali e territoriali; il Fondo regionale per la montagna, ripartito per almeno il 60 per cento tra le Unioni montane in proporzione alla popolazione residente e alla superficie territoriale per finanziare progetti presentati dalle singole Unioni in attuazione del Programma annuale.
Osservando più da vicino la nuova legge piemontese si notano alcuni aspetti innovativi come il riconoscimento del valore economico, sociale, culturale, formativo ed educativo del turismo sportivo in montagna; l’attivazione di nuovi sistemi per limitare il digital divide tra le zone montane e quelle urbane anche mediante convenzioni con Poste Italiane per il mantenimento dei servizi da questa erogati; il recupero dei borghi alpini e appenninici con risorse derivanti dai fondi strutturali dell’Unione Europea, dallo Stato e dalla Regione; il sostegno alla realizzazione di green communities, cooperative di comunità e comunità energetiche in grado di valorizzare in modo integrato e sostenibile le proprie risorse economiche, ambientali, energetiche e socio-culturali.
Riccardo Caldara
Twitter @riccardocaldara