Una rete fatta dai luoghi Unesco pugliesi al fine di avviare un piano integrato di gestione delle eccellenze
La Puglia possiede un patrimonio storico, culturale e naturalistico di immenso valore, fatto anche di siti Unesco. Gestire in maniera integrata queste eccellenze è l’obiettivo della sperimentazione voluta tramite una delibera di giunta della Regione Puglia, firmata lo scorso 19 giugno, che intende avviare un’esperienza pilota in tal senso. Attraverso questa iniziativa verranno messi in rete i siti Unesco che rappresentano il valore identitario del territorio.
Attualmente le aree pugliesi coinvolte in questo ambizioso progetto sono Alberobello, Andria, Monte Sant’Angelo, il Parco Nazionale del Gargano, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia e il Polo Museale della Puglia. In questo piano di coordinamento sarà coinvolta anche Matera, proprio per mettere in rete tali beni di inestimabile valore, andando oltre i confini regionali, allo scopo di creare un’esperienza integrata per turisti e visitatori. L’idea di mettere insieme questi territori, con la conseguente collaborazione tra le aree, permetterà di raccontare la Puglia in maniera organica, implementando una strategia volta alla valorizzazione nel lungo periodo. Attraverso questa intesa sarà possibile candidarsi per ottenere finanziamenti della legge nazionale n.77 del 2006, i quali finora non sono stati ottenuti a causa dell’assenza di un piano unitario e strategico.
Anche il Mibact collaborerà alla creazione di questa rete, che sarà un volano per la crescita di questa zona ricca di natura e cultura. Tra le novità proposte ci sarà la fruizione dei siti Unesco attraverso le nuove tecnologie, per una migliore conoscenza e valorizzazione dei beni culturali. Inoltre per Matera, creare una rete con i siti Unesco della vicina Puglia sarà un’ottima mossa in vista del 2019, che vedrà la città lucana come Capitale Europea della Cultura. Tanti i vantaggi dunque, che scaturiscono da una visione lungimirante sul territorio, considerato nel suo insieme come una somma di tanti fattori di attrattiva (in questo caso i siti Unesco) che uniti possono renderlo ancora più appetibile. Si va oltre la logica campanilistica e si inizia a pensare al sistema come un vantaggio competitivo, capace di far emergere dei territori che da soli non potrebbero avere il successo che invece hanno la capacità ottenere in un’ottica di cooperazione e collaborazione.
Debora Calomino
Twitter @CalominoDebora