Nel 2016 sono stati premiati gli sforzi verso i mercati esteri e la diversificazione dell'offerta
Il 2016 è stato un anno record per il turismo in Emilia-Romagna. Circa 10,2 milioni gli arrivi e 48,2 milioni di presenze, 1 milione in più rispetto al già buon 2015: sono dati che confortano il lavoro di squadra messo a punto da istituzioni e imprenditori.
I numeri, diffusi dall'Osservatorio regionale sul turismo di Unioncamere Emilia-Romagna, si espandono a 52 milioni di presenze e 11,7 milioni di arrivi se si considera il nuovo comparto che comprende le località che non rientrano nei prodotti turistici tradizionali. L’elaborazione dei dati con metodologia Trademark è basata sulle indicazioni di un panel di oltre 3000 operatori di tutti i comparti.
A questi risultati ha contribuito molto l’internazionalizzazione, con le località della Riviera che registrano una crescita sia della clientela nazionale (+2,6% di arrivi e +1,3% di presenze) che di quella internazionale (+2,4% di arrivi e +2% di presenze): Rimini supera il 30% di presenze di clientela internazionale nei mesi estivi, con una media nel periodo gennaio-settembre del 28% circa, Cattolica raggiunge la quota del 16%, nei Lidi di Ravenna una presenza turistica su quattro è straniera (26%) e, infine, la Riviera di Comacchio supera, nel periodo gennaio-settembre 2016, la quota del 40% delle presenze di clientela internazionale. In particolare i mercati di lingua tedesca (Germania, Austria, Svizzera), durante la stagione estiva 2016 (maggio-settembre) segnano un incremento sempre rispetto al 2015 dell’1,2% degli arrivi e dell’1,5% delle presenze.
Ma sono tutti i comparti a portare il segno positivo, con le città d’arte protagoniste di un vero boom (4% gli arrivi e +8,2% le presenze), l’Appennino sia verde che bianco in forte crescita (+2,6% gli arrivi e +4,5% le presenze) grazie anche alle abbondanti nevicate di febbraio e marzo scorsi, mentre Sassuolo e Imola, che fanno parte del nuovo prodotto Ceramic Land, registrano complessivamente un +2,1% sia degli arrivi che delle presenze, con un movimento stimato di 1.530.000 arrivi e 3.786.000 presenze.
Ed è risultata in sensibile crescita anche la permanenza media nelle città d’arte e d’affari, attestata ora al di sopra dei 2 giorni, dove il movimento straniero vale il 38,9% degli arrivi e il 40,8% delle presenze totali. Nel caso di Bologna e Modena, gli operatori hanno beneficiato delle opportunità generate dai voli low cost in arrivo all’aeroporto internazionale “G.Marconi” di Bologna. I passeggeri complessivi (arrivi, partenze e transiti) hanno superato nel 2016 la quota di 7,6 milioni (7.680.992), con una crescita del +11,5% rispetto al 2015. L’incremento è stato sostenuto sia dai passeggeri sui voli nazionali (1.917.501, in crescita del +12,1%) che dai passeggeri sui voli internazionali (5.765.046, +11,3%) che rappresentano il 75% del movimento complessivo.
L’unico comparto a registrare qualche difficoltà è stato il termalismo, nel nostro Paese vissuto ancora come un soggiorno strettamente legato al sistema sanitario nazionale e quindi percepito più come terapeutico che ludico. Salsomaggiore Terme, Castrocaro Terme e Porretta Terme hanno registrato -8% di arrivi e -6,6% di presenze. Tuttavia ora sono sulla via del rilancio e i risultati non dovrebbero farsi attendere. Da questo scenario si stacca però Bagno di Romagna, la cui performance premia il termalismo e il turismo del territorio dell’Appennino tosco-romagnolo.
Riccardo Caldara
Twitter @riccardocaldara
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Nella foto, il palazzo comunale e il duomo di Modena. Foto di Hierakares, licenza cca sa 3.0