Il ministro greco Kefalogianni, in questi giorni a Firenze, invoca la cooperazione con il nostro Paese: "Lavoriamo insieme per promuovere il nostro patrimonio culturale e turistico all'estero"
"Italiani e greci, una fazza una razza" diceva il pope ortodosso in . Le casse del turismo ellenico e italiano non potrebbero che beneficiarne: la Grecia, d'altronde, sta rilanciando alla grande il comparto ricettivo, dal turismo religioso a quello gastronomico, dall'ecoturismo fino a una "Grecia segreta, quella meno nota".
Una strategia vincente, considerato che nel 2014, come dichiara Kefalogianni, "è stato superato ogni record, con 20 milioni di turisti - esclusi quelli del settore crocieristico - facendo registrare un incremento del 15% rispetto al 2013", quando il Paese aveva raggiunto la soglia dei 18 milioni di visitatori stranieri.
Intanto, in Grecia prosegue il processo di privatizzazione. Il sito dell'Ente ellenico per la valorizzazione delle proprietà dello Stato (Taiped) elenca una lunga lista di beni: isole, spiagge, porti, aeroporti, strade, terreni, edifici storici. "Il nostro obiettivo – spiega Kefalogianni – è quello di attrarre investimenti e sviluppare le nostre infrastrutture migliorandone la qualità". E a dettare le condizioni degli investimenti e a dare la linea su come questi progetti debbano essere realizzati è lo Stato.
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