Allungare la stagione estiva da aprile a ottobre, puntando sull'attrattività del patrimonio culturale e artistico per rilanciare l'economia in difficoltà dopo anni di crisi durissima: no, purtroppo non stiamo parlando dell'Italia ma della Grecia.
Le riforme attuate dal governo ellenico stanno iniziando a dare i frutti sperati: nel 2013 17,9 milioni di turisti hanno visitato la Grecia, e nei mesi scorsi si è registrato il primo surplus nelle partite correnti dal 1948. I numeri sembrano tornare a sorridere, e per sostenerli l'esecutivo di Atene ha pensato di allungare l'offerta culturale, estendola dai mesi estivi alla primavera e all'autunno. Dal 1° aprile fino a fine ottobre, dunque, 33 dei 117 più importanti musei e siti archeologici statali della Grecia osserveranno un orario continuato dalle 8 alle 20, cosa che prima avveniva solo d'estate. I siti selezionati sono quelli che l'anno scorso hanno registrato un'affluenza complessiva del 95% di visitatori. Nell'elenco vi sono il Partenone ad Atene, l'antica città di Olimpia nel Peloponneso, il sito di Cnosso sull'isola di Creta, le Tombe reali di Vergina vicino Salonicco e gli scavi archeologici di Akrotiri sulla bellissima isola di Santorini. Grazie a questa iniziativa, il governo di Antonis Samaras pensa di poter centrare l'obiettivo di 18,5 milioni di turisti nel 2014.
Poco più di un anno fa, il sondaggio del Mibact "il Museo che vorrei" rivelò che gli italiani gradirebbero molto orari più estesi e aperture nei week end per i luoghi della cultura. In Grecia l'idea è stata messa in pratica.
Le riforme strutturali stanno cambiando la faccia del paese mediterraneo che, non a caso, ha messo a segno il primo surplus primario di bilancio e il primo avanzo delle partite correnti dal 1948. Non è solo un problema di austerity ma di miglior efficienza della macchina statale e del funzionamento dei ministeri, come quello strategico del turismo.
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