Per consolarsi della fine anticipata dell'avventura ai mondiali di calcio in Brasile, l'Inghilterra potrebbe concedersi un altro viaggio, ben più lontano: nello spazio. Le sfide da vincere riguardano regolamenti, infrastrutture e costi
Esclusa dalla corsa alla luna degli anni '60, la Gran Bretagna potrebbe rifarsi diventando capofila dei viaggi oltre l'atmosfera grazie a compagnie e imprese private. Ed è proprio il contributo privato a rimettere in gioco i britannici, come spiega al Telegraph James Bennett, responsabile del centro di ricerca Economic Policy Centre: "A questo punto non è più necessario tornare indietro e ripercorrere tutta la storia della NASA per metterci in pari".
E così attualmente l'industria dello spazio vale 9 miliardi di sterline per la Gran Bretagna, e la UK Space Agency sta pianificando di far crescere il settore fino a 40 miliardi di sterline entro il 2030, concentrandosi proprio sul turismo spaziale e le compagnie private. Intanto i "rivali" americani, le aziende XCOR e Virgin Galactic, continuano a posticipare il debutto dei loro voli sub-orbitali da 250.000 dollari, e i britannici ne approfittano e iniziano a pensare di stendere un regolamento di volo e di costruire uno "spazioporto" entro il 2018, come rivelato da David Parker, a capo della UK Space Agency, mentre Bennett ha spiegato che per costruire una tale struttura serve solo spazio aereo riservato e una costruzione fisica "minima", compatibile con i maggiori aeroporti già esistenti. Per il luogo in cui sorgerà lo spazioporto, si pensa alle zone costiere del Galles o della Scozia.
Più complicato sarà creare un regolamento ad hoc per governare questo nuovo sistema di trasporti, ma Tanja Masson-Zwaan, presidentessa dell'International Institute of SpaceLaw, è convinta che il Regno Unito abbia le carte in regola per guidare questa nuova corsa allo spazio.
Le aziende del settore sono poi determinate a ridimensionare i costi dei biglietti, al momento davvero "stellari", per portarle verso cifre ben più popolari, intorno alle 2000 sterline, in modo da dare a tutti o quasi la possibilità di varcare questa nuova "frontiera" del turismo. E come spesso è stato dimostrato dalla storia, gli inglesi ci tengono alle nuove frontiere.
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