Prezzi troppo alti, crisi ucraina e scomparsa del segreto bancario frenano il turismo nella Confederazione Elvetica, che nonostante uno spot anti-italiani confida in qualche miglioramento da Expo e dai turisti di casa nostra
Servirebbe un'altra rimonta in extremis, come nella vittoria contro l'Ecuador acciuffata nei minuti di recupero grazie al gol di Seferovic, per soddisfare il turismo svizzero alle prese con numeri non esaltanti e con conseguenti lamentele e malumori in cui l'Italia ha un ruolo determinante.
"Ci saranno sicuramente dieci anni senza miglioramenti significativi delle condizioni quadro" ha infatti ammesso il direttore di Svizzera Turismo Jürg Schmid in un'intervista rilasciata alla Schweiz am Sonntag e rilanciata anche dal Corriere del Ticino. A frenare la crescita dell'industria dell'ospitalità elvetica, secondo Schmid, è innanzitutto una questione di prezzi troppo alti per i viaggiatori internazionali, e così "abbiamo perso in Europa circa il 18% dei clienti dalla crisi del franco".
Secondo Schmid, che pure punta sull'estate per una crescita dei pernottamenti dell'1,7%, oltre ai prezzi elevati, a incidere negativamente sul turismo in Svizzera c'è anche la crisi in Ucraina: "La situazione di crisi avrà delle conseguenze. Non ci attendiamo una buona estate. Si delinea una stagnazione della clientela russa". Altro fattore che penalizza i flussi verso la Confederazione, e in particolare verso le città e le località di vacanza altolocate, sarebbe poi la scomparsa del segreto bancario: "Esiste oggigiorno un sospetto generalizzato che si viene in Svizzera per nascondere il proprio denaro. Questa credenza ha privato il settore di numerosi turisti italiani" dichiara Schmid.
"Expo 2015 rimane un'opportunità di rilancio per il turismo ticinese e malgrado le tensioni legate al tema, Ticino Turismo continua a promuovere progetti inerenti la manifestazione" aveva invece detto il direttore di Turismo Ticino Elia Frapolli, pochi giorni fa in un convegno in cui era presente anche Schmid. La Svizzera confida quindi ancora molto in contributi di vario genere dall'Italia per migliorare la situazione di un'industria, quella dell'ospitalità, in difficoltà.
Una difficoltà e una tensione che, proprio in questi giorni, è sfociata in una contestata iniziativa della Camera di Commercio del Cantone Ticino, che ha realizzato uno spot, in onda sulle tv di Stato, in cui si contestano le delocalizzazioni in Italia e le imprese italiane. "Non innaffiare il giardino del tuo vicino" è il messaggio dello spot anti italiano, in cui (dopo la pallonata che colpisce il "giardiniere" svizzero) si afferma che "Ogni goccia che cade lontano, rende il vostro prato meno verde. Investire nel giardino del vicino può essere pericoloso". Non esattamente la strategia migliore per attirare le simpatie degli italiani, turisti o no.
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