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sud est asiatico

È una delle aree che si svilupperà maggiormente dal punto di vista economico, e in parte il processo è già avviato, tuttavia poco si sa del contesto socio-economico-turistico di quella macroregione che comprende il Sudest Asiatico e si spinge a ovest fino all'India. Ecco allora alcune notizie riportate in questi giorni e relative al turismo di Myanmar, Thailandia, India, Vietnam e Malesia

 

 

MYANMAR, VIETATO IL TURISMO NEI VILLAGGI - In Myanmar, vale a dire nell'ex Birmania, il turismo internazionale rappresenta una leva importantissima per lo sviluppo economico. Tuttavia, come riporta eturbonews.com, portale di informazione sulla global travel industry, il governo impedisce lo sviluppo di un particolare tipo di turismo, ovvero quello fatto dai viaggiatori internazionali che, per entrare pienamente in contatto con la cultura del luogo, soggiornano nelle abitazioni dei locali. Anche se molti governi del Sudest asiatico incoraggiano questa forma di turismo, come mezzo di sviluppo per le economie locali, l'esecutivo di Myanmar vi si oppone: "Il governo non consente questo tipo di turismo a causa delle differenze di cultura, lingua e standard di vita tra gli abitanti locali e i turisti internazionali" ha detto U Myint Tun Oo, vice direttore del Ministry of Hotels and Tourism, "dobbiamo formare gli abitanti dei villaggi, prima. Se consentissimo adesso l'homestay tourism, ci sarebbero problemi e incomprensioni con i viaggiatori".
U Myint Tun Oo ha affermato che il ministero sta scrivendo delle linee guida in tal senso, ma non ha chiarito quando potranno essere approvate, sebbene i benefici economici siano già noti: "Se questo tipo di turismo diventasse popolare in Myanmar, i villaggi frequentati dai turisti avranno molti benefici" ha riconosciuto. U Thet Lwin Toe, vice presidente della Union of Myanmar Travel Association (UMTA), ha spiegato che i benefici non sarebbero solo economici, ma che a migliorare sarebbe anche la conoscenza e l'esperienza tra gli abitanti e i viaggiatori, fattore che aumenterebbe la visibilità del Paese nel mondo. Anche U Thet Lwin Toe, comunque, ha riconosciuto la necessità di formare la popolazione per questo tipo di accoglienza.

THAILANDIA OTTIMISTA NONOSTANTE LE TENSIONI - Decisamente più sviluppato il settore turistico in Thailandia, già da anni nei radar del turismo internazionale di massa, come testimoniano anche diversi film (uno su tutti, The Beach). Anche per il 2014, Il Tourism Council tailandese conferma il proprio ottimismo: secondo la presidente del Council, Piyaman Techapaiboon, le previsioni (confermate) indicano che le attività di ospitalità locale genereranno circa 2 trilioni di bath, vale a dire 45 miliardi di euro. Nel dettaglio, ha spiegato Piyaman, gli introiti da turisti stranieri dovrebbero essere 1,3 trilioni di bath: nello scenario peggiore, ci sarebbe un calo del 6%, con 28,1 milioni di presenze. Considerate le difficoltà nel Paese, colpito da attentati e da tensioni politiche, c'è di che essere ancora ottimisti.

INDIA, OTTIMISMO A GOA - Ottimismo e speranza anche in India, in particolare a Goa, il più piccolo Stato della federazione indiana, sulla costa occidentale del Paese. Nonostante il recente bando alle attività minerarie abbia colpito l'economia locale, il governo di Goa è intenzionato a promuovere il territorio come destinazione del turismo d'eccellenza. Le istituzioni locali hanno quindi chiesto alla società Kpmg di delineare una strategia da attuare nei prossimi 25 anni per sviluppare più prodotti turistici, nel frattempo hanno stanziato una serie di investimenti pubblici da destinare alle infrastrutture. Il progetto prevede anche investimenti per la costruzione di hotel centri congressi e parchi a tema, con l'obiettivo di ottenere profitti 4-5 volte superiori agli investimenti. Secondo Nikhil U. Desai, Managing Director della Goa Tourism Development Corporation Ltd (GTDC), nel 2013 sono arrivati nello Stato di Goa 2,8 milioni di turisti, con una crescita del 12%; quest'anno, per proseguire sullo stesso trend, si cercherà di attirare più visitatori indiani: "Vediamo in loro un grande potenziale" ha detto Gavin Dias, vice general manager di GTDC.

VIETNAM, MANCA LA COOPERAZIONE - Decisamente meno ottimismo nel settore turistico del Vietnam, invece. Qui, infatti, l'industria del turismo sta vivendo un continuo declino che, secondo la testata giornalistica Than Nien, trae origine dalla mancanza di cooperazione tra le agenzie del Paese.
Convegni che vengono spostati di data, accavallandosi con altri eventi nel Paese, mancanza di cooperazione e di sistema, tanto che da più parti giunge l'invito affinché la Vietnam National Administration of Tourism diventi un referente e un "arbitro" per armonizzare i benefici di tutte le parti coinvolte. Un po' come succede in Italia, del resto, anche se in Vietnam il turismo cresce a ritmi da 10% all'anno, comunque lontani dal 15-20% di Paesi vicini come il Laos o la Cambogia.

MALESIA, SERVONO IDEE PER I TURISTI MUSULMANI - In Malesia, infine, quello che manca e che si vorrebbe sono le idee per rafforzarsi sul mercato. Il ministero di Turismo e Cultura malese, infatti, si dichiara aperto ai suggerimenti per mantenere la propria posizione di destinazione per le vacanze più "Muslim-friendly", ovvero più attenta alle esigenze dei turisti musulmani, del mondo, come indicato da un'agenzia di consulenza di Singapore nel 2011.
Un obiettivo difficile da raggiungere, o da mantenere, considerato il crescente interesse verso i viaggiatori islamici in tutto il mondo, per questo il ministro Datuk Seri Mohamed Nazri Abdul Aziz ha dichiarato che "sono ben accetti suggerimenti o idee che ci possano aiutare a mantenere questa posizione".

 

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Fonte foto: http://wakeandwander.com/2014/01/03/january-holy-shit-moments-arctic-circle-southeast-asia/

 

 

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