Mentre la Via Francigena è ormai un prodotto esperienziale consolidato, nel Nordest è nato in concomitanza col Giubileo un progetto legato ad un’altra antica via di pellegrinaggi: la Romea Strata. FVG e Veneto fiduciosi nel successo
La Romea Strata può diventare una “nuova” Via Francigena? In questi giorni di inizio Giubileo, le opportunità e gli sviluppi offerti da pellegrinaggi, turismo religioso e quel che ci sta intorno sono sotto i riflettori degli stakeholder turistici italiani. A maggior ragione se si considera il vero e proprio boom che sta registrando quell’antica strada che portava da Roma a Canterbury, ovvero la Francigena: vale mezzo aeroporto di Firenze e il 13% del turismo toscano, ed è anche stato avviato da Pavia il percorso per candidarla a patrimonio Unesco dell’umanità.
Con la Romea Strata, la speranza – soprattutto nel Nordest – è di replicare i successi della Francigena. A crederci sono in primo luogo Friuli Venezia Giulia e Veneto.
Giovedì scorso, il progetto Romea Strata è stato presentato nella sede di Regione FVG a Udine, con la partecipazione del vicepresidente regionale Sergio Bolzonello, che ha sottolineato come il pellegrinaggio a piedi sia “un'attualissima forma di esperienza con forti implicazioni sociali” e che può avere “un'ampia ricaduta economica sui territori locali”. Per Bolzonello i prodotti turistici, non più solo di nicchia, come il bike e quelli più legati alla fisicità della persona ma anche alla spiritualità, quali ad esempio i percorsi a piedi, sono già inseriti a pieno titolo all'interno del piano strategico del turismo del FVG. Il vicepresidente FVG ha quindi sostenuto che “la mappa del Friuli Venezia Giulia, con l'evidenza delle vie della Romea Strata dà il senso compiuto della proposta presentata oggi perché coinvolge tutto il territorio”. Ora, secondo Bolzonello, bisogna lavorare sull'accoglienza e sull'ospitalità e guardare alle opportunità turistiche oltre che alle possibilità, anche per molte piccole comunità, di crescere economicamente.
Il progetto Romea Strata, promosso dall'Ufficio pellegrinaggi della diocesi di Vicenza, è suddiviso in otto tratti da 1302 km totali, i cui nomi (Allemagna, Postumia, Aquileiense, Porciliana, Annia, Vicetia, Longobarda e altre vie collegate) richiamano i territori e le antiche vie percorse, e coinvolge 5 regioni italiane (FVG, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Toscana), 16 province e 160 Comuni.
Il progetto legato all’antica via che portava dall’Est Europa fino alla tomba di Pietro è stato “benedetto” anche in Veneto, dove l’assessore regionale al turismo e alle attività promozionali, Federico Caner, intervenendo alla presentazione nella patria di Sant’Antonio da Padova, ha affermato: “Sarà perché il Veneto, per la ricchezza di località e monumenti di grande interesse storico, culturale e religioso, è naturalmente vocato a questo genere di proposte, sarà perché i cammini della fede attraggono un pubblico sempre più vasto di visitatori laici desiderosi di vivere il territorio in modo più intimo e riflessivo, sarà perché stiamo riscontrando un interesse crescente di domanda legata al turismo religioso: per tutti questi motivi e altri ancora, la Regione del Veneto crede in questo progetto e lo sostiene convintamente”.
Percorrere questi itinerari, secondo l’assessore Caner, “significherà conoscere un altro Veneto, non meno interessante e suggestivo. Un’occasione di arricchimento spirituale e culturale per i pellegrini ma anche un’opportunità per creare attività economiche legate all’ospitalità e alla ristorazione e nuovi posti di lavoro”. Caner ha citato poi il “più celebre e affermato Cammino di Santiago” come modello, ma anche la Francigena sarà di esempio nello sviluppo della Romea Strata.
Pietro Martinetti
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Immagine tratta dal sito ufficiale della Romea Strata: romeastrata.it