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Sulle pagine dei giornali di lunedì mattina si sono tirate le somme: la settimana dell'arte torinese ha sedotto 250 mila turisti culturali nel lungo weekend di Contemporaryart Torino e Piemonte. L'evento trainante, la sorella maggiore Artissima, ha attratto 50 mila persone all'Oval tra il giovedì dei collezionisti e una ventosa domenica sera di promenade nella bellezza. Nella sua ventesima edizione, il salone d'arte contemporanea ha confermato di essere un'istituzione culturale di primo livello che, facendo leva sul ramificato sistema dell'arte del territorio, ha in questi anni prodotto una serie di eventi satellite, ognuno con una propria specificità, tutti che oggi snocciolano numeri importanti per l'incoming turistico della città.
Paratissima, prima per nascita tra i satelliti di Artissima, dedicata ai linguaggi creativi emergenti, è stata visitata da oltre 120 mila persone, un numero roboante che premia le centinaia di creativi, fotografi, illustratori, videomaker, stilisti che hanno esposto le loro opere e progetti negli spazi dell'ex MOI. 10 mila persone hanno invece staccato il biglietto delle ex carceri Le Nuove per la terza edizione di The Others, il progetto dedicato alle gallerie d'arte con meno di cinque anni di attività. Nello storico spazio della Promotrice delle Belle Arti, accanto al Castello di Valentino, Flash Back, evento dedicato all'esposizione di arte antica e moderna, ha registrato nella prima edizione 11mila presenze: un grande risultato per una fiera che può legarsi ad Artissima, come Frieze Masters sta a Frieze a Londra, nel segno di un’arte che è tutta contemporanea.
E così via grandi numeri per ogni evento: 35 mila per Club to Club, con il record di un dancefloor di 7000 persone nella sessione della notte delle arti al Lingotto, molto bene i musei grazie alle mostre di One Torino, la prima edizione del progetto del direttore di Artissima Sara Cosulich Canarutto con 2000 biglietti tra la Fondazione Merz e la Fondazione Sandretto, 10000 alla GAM grazie soprattutto alla grande personale di Renoir e 1200 a Palazzo Cavour.
La Torino dell'arte dimostra, grazie al sostegno istituzionale del sistema pubblico e delle fondazioni bancarie, di saper fare leva sul sistema creativo per organizzare un vastissimo programma culturale, un modello che si è consolidato anche in questi anni di crisi. It's Not the End of the World, era questo il titolo del progetto espositivo parallelo ad Artissima nel 2012, il primo anno diretto da Sara Cosulich Canarutto. In un’intervista ai nostri microfoni, il direttore dell'internazionale d'arte contemporanea spiega la formula che porta nei giorni del contemporaneo di Torino una ricaduta economica e un incoming di qualità sul territorio: “Artissima è un'iniziativa forte che grazie a musei e fondazioni della rete dell'arte del territorio che operano nell'anno ha la capacità di fare molto rumore, un rumore effettivo, un indotto commerciale che si nota nell'occupazione degli alberghi, il movimento in ristoranti e negozi anche grazie a importanti collezionisti internazionali che invitiamo come gesto di ospitalità ma soprattutto perché l'indotto che queste persone creano non è minimamente proporzionale alla spesa”.
L'internazionalizzazione di Artissima, la presenza di 120 gallerie straniere da 38 Paesi gioca un ruolo fondamentale nella visibilità del territorio: Torino come capitale dell'arte valorizza l'Italia come sistema culturale. Se le politiche di offerta culturale e di promozione del patrimonio saranno rinforzate a livello nazionale, forse potremo finalmente affermare: It's not the end of the world.
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