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L’emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha bloccato tutti gli spostamenti non strettamente necessari – quindi, ovviamente, anche quelli legati al leisure. Ma la voglia di tornare a viaggiare è tanta e il nostro Paese sembra essere una delle mete in cui vale la pena fare tappa: lo dicono anche in UK

Everybody loves Italy. Se credete che quest’affermazione sia pretenziosa, allora sicuramente fate parte di quelle persone che non hanno letto lo straordinario pezzo dedicato al nostro Paese uscito su The Telegraph qualche settimana fa.

Tim Jepson, l’autore dell’articolo, è uno scrittore appassionato di viaggi con all’attivo più di 20 libri, tra cui diversi titoli per National Geographic, e numerosi articoli per pubblicazioni di tutto il mondo, incluso – ovviamente – The Telegraph. Attualmente vive a Londra, ma in passato ha vissuto e lavorato in Italia per anni. E si vede.

Il pezzo è un’appassionata ode all’Italia: non possiamo definirlo diversamente. Tuttavia, in base alle parole dell’autore stesso, l’articolo è addirittura riduttivo: gli era stato chiesto di elencare venti buoni motivi per ritornare in Italia una volta superata la pandemia, ma dichiara subito che venti non sono sufficienti, dato che potrebbe elencare almeno venti dipinti, venti ristoranti, venti panorami, venti città collinari e tanto altro ancora per cui varrebbe la pena ritornare.

“La mia lista è solo un inizio. Gli italofili avranno sicuramente le proprie personali variazioni e aggiunte – e se ne avete, vi prego di lasciare un commento”.
Al primo posto, nella sua lista, ci siamo proprio noi: gli italiani. “Sappiamo che spesso gli italiani si vedono toscani o siciliani, o veneziani o napoletani, prima che italiani. Ma sono comunque simpatici: realisti, persino cinici; passionali e rumorosi, ma anche formali e conservatori; pragmatici e autosufficienti; spontanei e socievoli, e con un sensuale apprezzamento per le cose belle della vita – e non c’è da meravigliarsi, in un Paese in cui le cose belle della vita sono così tante”.

Da lì in poi comincia l’elenco delle meraviglie, descritte con percepibile affetto e arricchite da esempi (immaginiamo: le sue preferenze) e riferimenti. Si parte con i nostri gloriosi giardini (che invita a scoprire e approfondire su grandigiardini.it), i nostri piccoli borghi storici, gli spazi all’aperto, la nostra lingua (“Everything sounds better in Italian”), i laghi, l’opera, la cucina d’eccellenza mondiale, gli alcolici (non solo vino, infatti, ma anche distillati, liquori, cocktail – cita il Negroni e il Bellini! – e aperitivi), il caffè, le montagne, la moda, l’architettura, le isole minori, le coste meno conosciute ma non meno preziose, le gallerie d’arte e l’arte conservata nei monumenti e nei palazzi storici, le rovine risalenti al mondo antico e, per finire, due dei simboli di italianità per eccellenza, vale a dire Venezia e la Toscana.

Ben quarantadue persone, al momento in cui stiamo scrivendo il nostro articolo, hanno raccolto l’invito di Jepson, proponendo altri buoni motivi da prendere in considerazione: l’Umbria e le Marche, l’Alto Adige, Matera, Lecce, Torino, le Dolomiti, il Piemonte nel suo complesso, Roma… I pochi detrattori – a onor del vero, più contrari per la situazione contingente legata al Covid che per altro – vengono contestati: siamo tutti in emergenza Covid, ma passerà e torneremo a viaggiare.
Insomma, siamo felici che quest’articolo del Telegraph stia facendo il giro del web e dei social. Sì, la lettura completa è riservata agli abbonati, ma noi vi giuriamo solennemente di non aver esagerato in nulla. In questi giorni abbiamo detto più volte che il mondo sogna l’Italia e che ci sono segnali positivi per il turismo dall’estero anche se sappiamo che nell’immediato sarà principalmente intra-nazionale, ma... beh, è bello sapere che il nostro Paese continua a far battere tanti cuori.

“Perché nessun altro Paese possiede le ricchezze italiane, la sua impareggiabile combinazione di arte, cultura, cibo, vino, moda, opera, persone e paesaggio; né la sua vivida miscela di antico e moderno, accattivante e bello”. Una cosa di cui andare fieri.

 

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