fbpx

Allestito un percorso espositivo multimediale con le opere del patrimonio artistico della Chiesa eporediese, primo tassello del futuro Museo Diocesano

In una fase poco dinamica della vita culturale e turistica della città di Ivrea, segnata dalle infinite polemiche sugli avvicendamenti alla guida della Fondazione Guelpa e dal ristagnare delle attività che dovrebbero essere previste nel quadro di Ivrea Città Industriale del XX secolo UNESCO, spicca l’apertura di alcune sale dell'ex Seminario Maggiore di via Varmondo, appositamente restaurate per accogliere i tesori della Diocesi di Ivrea.

Il patrimonio storico-artistico della Chiesa eporediese finora non è stato mai esposto al pubblico. È l'embrione del futuro Museo Diocesano, sul cui progetto è attivo da alcuni mesi un gruppo di lavoro scientifico composto da una ventina di esperti, tra archeologi, architetti e storici dell’arte, coordinati dalla società torinese Mediacor e monitorato dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino.

L'esposizione, che coniuga cultura e innovazione in uno scenario che si snoda attraverso un percorso millenario di archeologia, arte, architettura e paesaggio nella storia della Chiesa di Ivrea, prende avvio dal porticato al piano terra del palazzo, si sviluppa sulla scala nobile e arriva al primo piano impegnando una parte di corridoio e due sale.

In una prima sala, incentrata su “La storia della Chiesa di Ivrea. Testimonianze di cultura e fede”, sono esposte alcune opere esemplificatrici di diverse tipologie di patrimonio, raccordate dal fil rouge di una narrazione attraverso i secoli in multiproiezione che ha come protagonista il vescovo Warmondo o Varmondo, interpretato dall’attore Marco Federico Bombi, che accompagna il pubblico nella visita e racconta le vicende più significative della storia della città e della Chiesa eporediese. Figura di particolare rilievo nella storia di Ivrea, il vescovo Beato Varmondo Arborio (969-1002) si contrappose a Re Arduino per la controversia in difesa dei diritti della Chiesa. Viene ricordato anche per l’incremento dato allo Scriptorium, da cui provengono i preziosi codici miniati conservati tutt’oggi nella Biblioteca Capitolare al piano terra dello stesso palazzo.

La seconda sala presenta “La diocesi di Ivrea e il mondo”, percorso di scoperta delle figure di presbiteri eporediesi che, nel corso dei secoli, hanno avuto incarichi nella diplomazia vaticana. Qui sono esposti alcuni oggetti di pregio e gli omaggi ricevuti dal cardinal Tarcisio Bertone come dono da Capi di Stato e diplomatici. Si tratta di reperti di interesse storico-documentario, bibliotecario e artistico, oltre a oggettistica sportiva e altri in cui si leggono aneddoti della vita diplomatica della Santa Sede. L'esposizione è arricchita da alcune clip di approfondimento.

In attesa dell’apertura delle rimanenti sale il nuovo museo è visitabile su prenotazione.

 

 

 

Questo sito utilizza cookie tecnici che ci consentono di migliorare il servizio per l'utenza. Per ulteriori informazioni leggi la nostra Cookie e Privacy Policy. Leggi di più