Triplice iniziativa del Demanio che assegna la gestione di 9 fari a fini turistici, raccoglie oltre 500 proposte di valorizzazione di immobili pubblici e firma l’accordo per il sociale col Touring Club
9 fari, 544 immobili e un accordo col Touring Club Italiano: in pochi giorni l’Agenzia del Demanio ha messo a punto tre iniziative per sostenere il turismo, in particolare quello sociale.
L’anno scorso, l’iniziativa “Valore Paese – Fari” aveva raccolto grande interesse per l’obiettivo di valorizzare i fari del Paese che versano in uno stato d’abbandono. Ora, con l’inizio dell’estate 2016, è arrivata l’aggiudicazione dei primi 9 fari italiani su 11 proposti, in concessione fino a un massimo di 50 anni. Stilata la graduatoria provvisoria degli aggiudicatari dei fari: investitori esteri, imprese locali e giovani imprenditori, società dell’industria turistico-ricettiva, associazioni esperte in tutela ambientale e in attività sociali daranno il via al recupero di questi “gioielli del mare”. Nei prossimi mesi, una volta ultimate tutte le verifiche amministrative previste dal bando, si procederà alla stipula dei contratti di concessione.
L’intera operazione, spiegano dal Demanio, comporterà un investimento di circa 6 milioni di euro per riqualificare le strutture, con una ricaduta economica complessiva di circa 20 milioni di euro e un conseguente risvolto occupazionale diretto di oltre 100 operatori. Lo Stato incasserà oltre 340.000 di euro di canoni annui: in totale, considerando la differente durata delle concessioni, nelle casse pubbliche arriveranno oltre 7 milioni di euro per tutto il periodo di affidamento.
I FARI ASSEGNATI IN GESTIONE – I fari che hanno trovato una concessione sono: il Faro di Punta Cavazzi ad Ustica avrà un progetto di accoglienza sul modello foresteria in cui sviluppare momenti dedicati alla formazione, allo studio e all’intrattenimento; il Faro Capo Grosso nell’isola di Levanzo vedrà nascere un resort in cui ospitare workshop di cucina, fotografia, eventi, escursioni e attività legate alla vela, alla pesca e allo yoga; il Faro di Brucoli ad Augusta sarà un punto di accoglienza turistica associato ai prodotti eno-gastronomici locali; il faro di Murro di Porco a Siracusa vedrà un modello di business articolato su ristorazione, marketing, congressi, eventi e 14 posti letto; i Fari di Punta Imperatore a Forio D’Ischia e San Domino alle isole Tremiti saranno valorizzati da una società tedesca secondo un modello di “rifugio nel faro”; il Faro di Capo D’Orso a Maiori avrà spazi per l’ospitalità accanto a un osservatorio marino-costiero, con un centro visite, percorsi natura e una bottega dei sapori; sull’isola del Giglio, il Faro di Punta Fenaio vedrà un progetto di riqualificazione della struttura finalizzato a promuovere una forma di ricettività turistica legata ai caratteri distintivi del territorio, mentre per quello di Punta Capel Rosso si partirà dal recupero della memoria storica del faro per far sì che diventi un museo dinamico compatibile con gli obiettivi dell’Ente Parco e di sviluppo del territorio.
(Per vedere tutti gli assegnatari ecco il link del Demanio)
GLI IMMOBILI PUBBLICI DA VALORIZZARE – Altra iniziativa messa a punto in questi giorni dall’Agenzia del Demanio è “Proposta Immobili 2016”: in questo caso sono 544 i beni pubblici candidati a percorsi di valorizzazione, il 60% dei quali è stato proposto dai Comuni e il restante 40% da Regioni, Province, Città metropolitane, Aziende sanitarie, Università e altri Enti.
Grande successo quindi per l’iniziativa promossa dal Ministero dell’Economia mirata a selezionare i patrimoni pubblici da inserire in percorsi di valorizzazione e dismissione. La seconda edizione del progetto, che si è conclusa il 20 giugno, ha visto partecipare 241 Enti: di questi 196 hanno aderito per la prima volta mentre 45 avevano già presentato candidature nel 2015.
Il portafoglio immobiliare proposto è così distribuito su quasi tutto il territorio nazionale: 7 immobili in Abruzzo, 22 in Basilicata, 3 in Calabria, 36 in Campania, 60 in Emilia Romagna, 16 in Friuli Venezia Giulia, 27 nel Lazio, 21 in Liguria, 52 in Lombardia, 31 nelle Marche, 37 in Piemonte, 37 in Puglia, 14 in Sardegna, 32 in Sicilia, 43 in Toscana, 1 in Trentino Alto Adige, 1 in Umbria, 104 in Veneto. Tra le candidature ci sono ville storiche, ex caserme, capannoni e impianti sportivi. Dopo la verifica delle candidature, si passerà alla fase di analisi e raccolta delle informazioni di dettaglio sui beni selezionati per inserirli nei percorsi di valorizzazione più idonei.
TURISMO SOCIALE – Infine è stato firmato in questi giorni il protocollo d’intesa per promuovere modelli di imprenditoria turistica che sfruttino i beni pubblici inutilizzati: a sottoscriverlo il Demanio e il Touring Club.
Tra immobili e terreni sono ben 45.397 i beni pubblici in possesso dell’Agenzia del Demanio. Di questi la maggioranza sono utilizzati dai ministeri e altre amministrazioni governative, ma una parte è invece inutilizzata. Alcuni, come è stato fatto in questi ultimi anni, possono essere venduti; altri sono intoccabili poiché appartengono al demanio storico artistico. È su questi immobili che si concentra la collaborazione tra Demanio e il TCI per avviare concrete iniziative di riuso e valorizzazione dei beni inutilizzati attraverso attività di turismo sociale, culturale ed ambientale.
Per stimolare la crescita e la ripresa economica dei territori, si metteranno in campo strategie operative e promozione modelli di imprenditoria turistica in grado di valorizzare il paesaggio e il patrimonio storico-artistico dell’Italia, attraverso iniziative di salvaguardia e riqualificazione.
Claudio Pizzigallo
Twitter @pizzi_chi
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