Relativamente al dibattito sul modello ricettivo del cosiddetto albergo diffuso, sul quale si è espresso in questo giornale anche il professor Flavio Roberto Albano (L’importanza ancora incompresa dell’albergo diffuso), un rischio da tenere in considerazione per non veder compromessa la sua efficacia riguarda l’eccessivo ricorso a questa forma di ricettività come risposta a problemi ricorrenti nei piccoli borghi, a partire dallo spopolamento.
Va posta dunque grande attenzione nel non sottovalutare la sua valenza di elemento raro. È vero cioè che un progetto di albergo diffuso può essere replicato in molti dei nostri borghi, soprattutto rurali, appenninici e alpini, ed è inoltre vero che molte piccole amministrazioni ritengono che questo strumento sia la panacea di tutti i mali, primo su tutti l’emorragia demografica che affligge i piccoli centri.
Molti, però, sottovalutano quanto il progetto sia vincente soprattutto se ristretto a pochi casi: la sua ripetibilità, infatti, deve essere calmierata. Ne prendono atto anche Enti interessati ai piccoli Comuni di montagna, per evitare che questo strumento non diventi altro che una scorciatoia per non investire in politiche atte a contrastare lo spopolamento, che invece porterebbero al ritorno abitativo costante evitando così la trasformazione dei borghi in nuclei di case aperti prevalentemente nei fine settimana.
L’albergo diffuso è sicuramente un progetto fantastico, ma attenzione a non mettere in moto un fenomeno inverso a quello sperato.
Gianluca Di Lonardo
Twitter @GiElleDiElle
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Fonte foto in alto: alberghidiffusi.it