Una fotografia scattata da una ricerca finanziata dalla Regione Veneto ritrae il viaggiatore musicale tipo: giovane, colto e abituato da bambino
Il primo rapporto sul turismo musicale in Italia è stato presentato nei giorni scorsi dalla Fondazione Santagata per l'economia della cultura di Torino alla Cuoa Business School di Altavilla Vicentina.
Finanziato dalla Regione Veneto nell’ambito del progetto "Note in Viaggio. Itinerari formativi esperienziali per valorizzare l’offerta musicale del Veneto", il progetto rappresenta un inedito tentativo di rappresentare il viaggiatore musicale tipo.
Sulla base di un questionario somministrato nei mesi di aprile-giugno a livello europeo, è scaturito il ritratto del turista musicale: giovane, colto, europeo e spesso donna. Si tratta di pubblico appassionato che si muove anche per motivi di formazione professionale (giovani musicisti, compositori, insegnanti), ma anche di persone abituate sin da bambini all’ascolto di musica colta quando venivano accompagnati dai genitori ad assistere a concerti di musica classica o lirica o in alcuni casi partecipandovi con la scuola. È naturale che questa abitudine si sia poi ribaltata nelle loro abitudini di vita e di viaggio.
I viaggiatori musicali organizzano i propri viaggi in modo autonomo (82% delle risposte), si spostano più di frequente con gli amici e sono molto esigenti. Solo il 12% si avvale del supporto di un’associazione musicale e il 3,3% e il 2,6% rispettivamente di pacchetti turistici o del supporto di un’agenzia specializzata in viaggi musicali. La destinazione preferita dei "viaggi musicali" è l’Italia, scelta in egual misura da italiani e stranieri, seguita da Germania, Austria, Francia e Regno Unito.
La principale fonte utilizzata per raccogliere informazioni è il web (72% dei rispondenti), sia per gli italiani che per gli stranieri. Chi viaggia per musica lo fa soprattutto con gli amici (37%), il 20% circa con partner, cui seguono i viaggi in famiglia o da soli.
Lo studio della Fondazione Santagata evidenzia poi il grande patrimonio musicale nazionale che rappresenta possibilità di ricadute turistiche per molti territori, con declinazioni che vanno da spettacoli e concerti a musei, botteghe artigiane, itinerari legati ai compositori. Una cultura radicata in tutto il Paese, si pensi alla formazione dei conservatori e alle prestigiose masterclass, alla tradizione liutaia, all'editoria musicale, all'alto artigianato per la realizzazione di costumi e scenografie, all’offerta lirica e concertistica nei teatri, nelle sale da concerto, ai tanti festival, fino ai "boschi sonori" che hanno fornito il legno per strumenti di grandissima eccellenza, dagli Stradivari ai Guarnieri.
Tuttavia il turismo musicale è stato poco analizzato sia in Italia sia all'estero, dove solo di recente alcuni studi hanno dato informazioni importanti in termini di flussi e di economie generate a livello locale dall'offerta musicale. Permane, infine, una limitata conoscenza della domanda potenziale ma anche delle opportunità insite in un'offerta tanto diffusa ed eccellente.
Il primo "Rapporto sul turismo musicale" è nato proprio con lo scopo di colmare alcune di queste lacune conoscitive e supportare gli operatori coinvolti dal progetto con un'analisi sistematica dell'offerta e della domanda di turismo musicale in Italia e in Veneto, in un confronto anche con alcune realtà benchmark all'estero. La ricerca ha analizzato tre aspetti: struttura dell'offerta e trend di domanda del turismo musicale in Italia e all'estero; profilo e caratteristiche del turista musicale in Europa e in Italia; tendenze e opportunità per il turismo musicale in Veneto.
Riccardo Caldara
Twitter @riccardocaldara
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