Confturismo-Istituto Piepoli: per la prima volta cala la propensione degli italiani al viaggio. In cima alle preoccupazioni le tensioni di guerra e gli atti di terrorismo, oltre a maltempo e crisi economica
"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" recita l'articolo 11 della nostra Costituzione. A maggior ragione non solo l'Italia ma anche gli italiani, quando devono viaggiare, ripudiano la guerra, così come la crisi e il maltempo.
Per la prima volta da quando viene misurata, è diminuita infatti la propensione degli italiani al viaggio (l'indice passa da 59 a 58 su 100), sull'onda degli eventi di guerra e per la recessione economica che sta attraversando il nostro Paese. A riportare questo dato è l'indagine sull'indice di fiducia del viaggiatore italiano elaborato da Confturismo-Confcommercio in collaborazione con l'Istituto Piepoli in base ad interviste effettuate ad agosto.
Per il 44% degli italiani, dunque, gli eventi di guerra e terrorismo degli ultimi mesi possono portare a una diminuzione della propensione a viaggiare. A ciò, afferma ancora lo studio, si aggiunga che il maltempo estivo ha portato il 15% degli italiani – circa 4,2 milioni di persone – a modificare i propri piani vacanze.
L'impatto della recessione economica e degli eventi di guerra e terrorismo che si sono susseguiti nel corso dell'estate ha esercitato un effetto negativo sulla propensione al viaggio. Tre italiani su quattro preferiscono trascorrere nei prossimi mesi le loro vacanze in Italia. Soprattutto la clientela più matura preferisce restare in Italia (l'81% per chi ha più di 55 anni), mostrando una propensione maggiore alle destinazioni di corto raggio.
In generale per settembre e ottobre, sale la Toscana tra le destinazioni preferite, mentre la Germania diventa leader per le destinazioni europee. A livello di destinazioni preferite extra-europee si continuano a comportare bene le mete del Nord Africa e la Turchia, che nonostante le recenti tensioni rimane una delle destinazioni preferite. Australia e Cina rientrano invece nella top 5 delle destinazioni a lungo raggio.
Il 52% degli intervistati ha dichiarato di essere stato influenzato, al momento della scelta della destinazione, dagli episodi di guerra e terrorismo. Questa paura, oltre ad avere avuto una diretta conseguenza sul peggioramento dell'indice, potrebbe portare ad una diminuzione della propensione a viaggiare all'estero. Senza dimenticare l'altro fenomeno negativo, per fortuna incruento, dell'estate 2014, ovvero il cosiddetto "meteo-terrorismo".
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