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Il neo ministro del Mibact assicura che il governo si impegnerà per l'attesa riforma del Titolo V. "Ma ci vorranno anni, dobbiamo anticipare il percorso insieme all'Enit"

Musica per le orecchie degli operatori italiani, quanto affermato sabato dal neoministro del Mibact Dario Franceschini. Nello stesso giorno in cui a Palmanova è stato colpito da "sindrome coronarica acuta" (auguri di pronta guarigione dalla nostra redazione), Franceschini a Venezia ha dichiarato che la riforma del Titolo V "è uno dei punti centrali del programma di governo" e non solo per quanto riguarda il turismo.
"Non possiamo però aspettare che questa riforma arrivi, perché richiede anni. Dobbiamo anticipare il percorso, e a questo proposito sto cercando di approfondire il ruolo dell'Enit, per quanto possibile secondo la normativa vigente" ha specificato il titolare del dicastero dedicato al Turismo. "Il turismo sarà centrale nella gestione del governo Renzi" è la promessa del ministro, il quale ha sottolineato come "non ci sia nulla di più importante per la crescita del nostro Paese che investire su ciò che rende l'Italia unica nel mondo globale", ovvero "sulla storia, sull'arte, sulla bellezza, su ciò che l'ha resa forte nei secoli".
Parole e sentimenti che è impossibile non condividere, almeno nelle intenzioni. Franceschini ha poi rimarcato: "Io sono convinto di essere stato chiamato alla guida del principale ministero economico del Paese, e il presidente del Consiglio ha indicato a sua volta questa come una priorità. C'è l'esigenza di rivitalizzare le imprese, che patiscono la disintermediazione con cui oggi si prenotano i viaggi, c'è il problema di incentivare i flussi dai Paesi emergenti. E dentro questo settore non c'è dubbio che il congressuale è una miniera". Ma soprattutto, come chiedono da anni gli operatori del comparto turistico italiano, c'è da riformare il Titolo V in modo che la competenza in materia torni allo Stato e non a Regioni ed enti locali, come è adesso e come ha causato – sempre secondo gli operatori – molti danni alla promozione della nostra immagine turistica, dispersa in troppi rivoli locali e localistici che non riescono ad avere l'impatto necessario nella sempre più competitiva industria turistica globale.

 

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