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Ormai è (quasi) tutto pronto, i gironi sono stati definiti (con un po' di delusione nel clan Italia) e al fischio d'inizio mancano pochi mesi e un po' di lavori ancora in ritardo, poi potranno prendere il via gli attesi Mondiali di calcio di Brasile 2014.

 

Si tratta di un'occasione straordinaria, di una vetrina eccezionale per un Paese la cui economia ha fatto negli ultimi anni passi da gigante, tanto da essere abbinata a Russia, India e Cina nell'ormai noto acronimo BRIC. In attesa delle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, infatti, è tutto il Paese sudamericano ad attendere la Coppa del Mondo non solo per tifare la nazionale verdeoro fino al possibile 6° titolo, ma anche per sfruttare questo maxi evento come volano di un ulteriore sviluppo economico.
E anche se non mancano le proteste e gli incidenti, quel che è certo è che gli ormai imminenti mondiali di futbol saranno un importantissimo banco di prova per testare la crescita dell'economia e del sistema-Paese. Così, per conoscere il punto della situazione, Repubblica ha intervistato Flavio Dino, presidente di Embratur, l'Ufficio brasiliano del turismo.
Dino spiega che gli investimenti governativi del Brasile "ammontano complessivamente a 28,1 miliardi di reais (9,06 miliardi di euro), che saranno destinati al miglioramento degli impianti e dei servizi di trasporto pubblico e alla modernizzazione degli aeroporti brasiliani".
Gli investimenti, per quanto cospicui, avranno un notevole ritorno economico. Sono circa 600.000 i turisti internazionali attesi durante il mese dei mondiali (dal 12 giugno al 13 luglio), e l'obiettivo dell'ente del turismo brasiliano è "fare in modo che il 25% dei turisti che verranno ad assistere alle partite visiti anche altre destinazioni turistiche brasiliane". Agli arrivi internazionali, inoltre, vanno aggiunti secondo Dino i "3,1 milioni di turisti brasiliani che si sposteranno all'interno del Paese nello stesso periodo". Tanto che gli economisti di Embratur prevedono introiti turistici nell'ordine degli 8,5 miliardi di euro solo per le spese dirette, che quindi da sole copriranno quasi interamente gli investimenti fatti.
Tra i 600.000 turisti, spiega Flavio Dino, "possiamo affermare che la maggior parte dei turisti arriverà probabilmente da Stati Uniti, Argentina e Germania. Senza dubbio, anche gli italiani saranno fra i viaggiatori più assidui, considerato il grande interesse del vostro popolo verso il calcio e il fatto che la vostra nazionale si è qualificata con anticipo. Inoltre è forte la tradizione che unisce l'Italia al Brasile e il vostro Paese si colloca al secondo posto fra le nazioni europee per numero di turisti che scelgono il Brasile come meta di viaggio".
Sui ritardi e le proteste di chi accusa il governo brasiliano per questi investimenti considerati eccessivi, Dino spiega che "un sondaggio effettuato da Embratur durante la Confederations Cup ha dimostrato che tutti gli investimenti essenziali alla realizzazione della Coppa hanno già ottenuto buone valutazioni. Si pensi ad esempio alla segnaletica urbana (79,4% di opinioni favorevoli rispetto al totale degli intervistati), agli aeroporti (76,5%) e alla sicurezza pubblica (73,2%)".

 

Tra speranze e ritardi, contestazioni e promesse il conto alla rovescia per i Mondiali di Calcio 2014 in Brasile è partito. Un'occasione grandissima, secondo gli organizzatori e la Fifa, per imporre all'attenzione mondiale un Paese protagonista di una corsa economica che ora batte un po' in testa e che dovrebbe ritrovare slancio con il volano del grande evento, cui succederà dopo soli due anni l'Olimpiade.

(Leggi l'intervista completa su la Repubblica)

 

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