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Agli Stati Generali dell’associazione è stato siglato un protocollo d’intesa per sviluppare il turismo nei territori rurali

Con oltre mille Comuni aderenti, le Città dell’Olio e le Città del Vino rappresentano un segmento notevole del turismo enogastronomico nazionale. A Carpino (Foggia) le due associazioni hanno messo insieme le loro potenzialità e siglato un protocollo d’intesa per le sfide del 2019 che mette al centro lo sviluppo del territorio e la sostenibilità del paesaggio.

In particolare il prossimo anno segnerà il quarto di secolo di attività per le Città dell’Olio e nel contempo sarà l’anno del “Turismo lento”, come proclamato nel 2017 dall’allora ministro Mibact, Dario Franceschini. Sarà quindi una grande occasione per la riscoperta dei territori in cui è da sempre viva la cultura dell’olio e dell’oliva.

Il turismo dell’olio è stato individuato come il più importante asset su cui investire con progettualità mirate come la Camminata tra gli olivi, il Girolio d’Italia in un nuovo format regionale, Andar per Frantoi e Mercatini, sempre più uno strumento per mettere in rete tutte le feste dedicate all’olio in Italia. Nel futuro dell’Associazione ci sarà la candidatura dei paesaggi olivetati delle Città dell’Olio nel Registro dei Paesaggi Rurali Storici istituito dal Mipaaf. Saranno confermate anche le progettualità legate alla formazione e alla sensibilizzazione dei consumatori, a partire dal progetto di educazione alimentare “Olio in cattedra" che con BimbOil Junior avrà un ulteriore sviluppo e coinvolgerà anche gli alunni delle scuole medie. Infine l’istituzione del Premio Miglior Oliveto coinvolgerà i ristoranti dell’olio che verranno inseriti nel circuito Mediet Restaurant.

A Carpino erano presenti soci provenienti da tutte le regioni d’Italia: dal Friuli Venezia Giulia a Sicilia e Sardegna, passando per il Trentino, il Veneto, l’Emilia Romagna, la Liguria, la Toscana, le Marche, l’Abruzzo, il Lazio, l’Umbria, il Molise, la Campania, la Calabria, la Basilicata e la regione ospitante - la Puglia - che con le sue 31 Città dell’Olio e le circa 50 varietà di olive, rappresenta un esempio di biodiversità italiana. Olio, dieta mediterranea, paesaggio olivicolo e biodiversità sono i punti di forza sui quali continueranno a puntare i 320 soci di Città dell’Olio.

 

 

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