La Juventus vicina alla decisione di svolgere per la prima volta il ritiro estivo in città, con ricadute economiche ingenti sul turismo del capoluogo piemontese
Un milione, cinque milioni, quanti milioni di euro può valere il ritiro di una squadra di Serie A per una di quelle cittadine di montagne che d'estate vengono pacificamente occupate da migliaia di tifosi e appassionati?
L'anno scorso abbiamo intervistato sindaci e assessori per quantificare il contributo economico che i ritiri delle squadre di calcio portano nelle località montane. "Un milione di euro" fu la "prudente" valutazione di Romedio Menghini, sindaco di Dimaro (Trento) che ospitava il Napoli e 2000 tifosi azzurri al giorno. "Cinque milioni di euro" si sbilanciò invece Anita Binelli, assessore a Cultura e Turismo di Pinzolo (ancora Trento), "casa estiva" dell'Inter e di 5000 sostenitori nerazzurri. "Un ritorno diretto nell'ordine dei milioni di euro" disse senza specificare cifre Roberto Borgis, con il sindaco di Bardonecchia (Torino) ritiro della Sampdoria che ci spiegò che oltre all'apporto dei 15.000 supporter blucerchiati durante il ritiro bisognava calcolare anche il ritorno durante il resto dell'anno dei genovesi.
Ma quanto può valere il ritiro di una squadra di calcio in una grande città capace già da sola di far crescere anno dopo anno i flussi turistici?
Per rispondere a questa domanda bisognerà attendere le valutazioni di fine estate sulla città di Torino, sede del ritiro "casalingo" della Juventus. "Si dice che da lunedì i campioni d'Italia si «blinderanno» a pochi chilometri in linea d'aria dallo Juventus Stadium, nelle ovattate sale con tanto di spa e vista panoramica su Torino del Principi di Piemonte" scrive infatti oggi Emanuela Minucci su La Stampa. "Per la prima volta nella storia" un'occasione importante per i tifosi bianconeri, ma "soprattutto per i tanti turisti che sbarcano sempre più numerosi in città".
Un'idea certamente originale, quella di rimanere a casa, allenarsi come sempre a Vinovo e alloggiare in 33 camere di un hotel in centro città. "Una scelta che – va da sé – rappresenterebbe per Torino un'occasione turistica senza precedenti con annessa una notevole ricaduta economica. Le squadre di serie A hanno sempre allettato gli amministratori delle località di montagna, spingendoli a corteggiare le società ben sapendo che il loro soggiorno vale oro in termini di turismo" scrive ancora Minucci sul quotidiano sabaudo.
"Chissà quanti tifosi bianconeri sceglierebbero la nostra città, anche o solo per restare sulla scia della propria squadra del cuore" si chiede la giornalista, che prevede un circolo virtuoso tra le bellezze del capoluogo piemontese e l'attrattività di Buffon e compagni nei confronti di tifosi di tutta Italia e non solo.
"Se la Juve farà questa scelta saprà organizzarla al meglio: Torino è in grado di offrire ai tanti tifosi che graviterebbero attorno alla squadra, sperando magari di potere assistere anche ad un allenamento, tanto altro, con i suoi musei, la sua cultura e la sua bellezza" è la convinzione di Evelina Christillin, direttrice del Museo Egizio (oltre a essere stata vicepresidente del comitato TOROC durante le Olimpiadi 2006).
L'assessore a Cultura e Turismo di Torino (e in passato assessore al Bilancio) Maurizio Braccialarghe si augura quindi che l'ipotesi diventi realtà concreta: "Sappiamo bene che cosa significa per una città ospitare squadre di grande livello, in questo caso si tratta addirittura dei campioni d'Italia, che preferiscono il fascino discreto e tranquillo di Torino a qualsiasi altra località".
La Juve tutta per noi. Nuovi acquisti come Morata, Coman ed Evra in ritiro nel cuore di Torino, per la prima volta nella storia. Un'estate da ricordare per chi tifa bianconero. Ma soprattutto per i tanti turisti che sbarcano sempre più numerosi in città.
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Fonte foto: tuttosport