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EXPO 2015: svelati i primi visionari padiglioni dei paesi ospiti, prende forma la città dell’esposizione universale

Feeding the planet, design the feeding. Nel countdown che ci separa dal primo maggio 2015 quando a Milano inaugurerà la città dell’Expo Universale, ieri sono stati pubblicati i primi rendering dei 60 padiglioni nazionali che saranno costruiti. A quattrodici mesi dall’inaugurazione, Milano detiene già il record nella classifica dei padiglioni nazionali: nel 2010 a Shanghai 42 paesi realizzarano la loro “casa”, a Milano saranno 60 su 142 paesi , fino ad ora, iscritti.

“La cosa che più stupisce è come le nazioni abbiano colto in pieno la sfida che avevamo lanciato: non costruzioni monumentali, ma progetti in grado di sviluppare il tema dell’alimentazione”- commenta Giuseppe Sala, commissario unico di EXPO 2015.  Disegni tecnologici, grandi spazi aperti, richiami alla cultura del cibo e alla natura, materiali sostenibili che, una volta concluso l’EXPO, saranno riutilizzati o addirittura montati nei paesi d’origine, come per il padiglione degli Emirati Arabi Uniti, l’oasi concepita da Norman Foster, che sarà rimontato ad Abu Dhabi. Dal granaio degli USA, progetto abbozzato che attende il sì ufficiale di Obama al padiglione tedesco, il più grande, dalla Cina che spenderà più di tutti al sorprendente Nepal che nei suoi quasi tremila metri quadrati di struttura costruirà un tempio in legno con decorazioni ispirate al cibo tradizionale, sembra scattata una corsa a disegnare lo spazio che meglio interpreti il tema della nutrizione del pianeta.

Ieri La Repubblica ha pubblicato le prime immagini e Alessia Gallione ha descritto questa conquista dello spazio dell’EXPO:

 

 Per esempio la Thailandia, che si svela per la prima volta, con un progetto che prende la forma dei cappelli indossati dai contadini che lavorano nei campi di riso e con il mercato galleggiante di frutta e verdura. Poi c’è il Giappone, che utilizzerà solo legno di cipresso, il Cile che sorgerà come una sorta di cesta intrecciata per custodire una tavolata dove tutti potranno sedersi per gustare specialità tipiche. Ecco la Cina, che vuole stupire con una solenne costruzione dal profilo ondulato come i tetti delle antiche case di campagna, ecco l’oasi ne deserto che l’archistar Norman Foster ha immaginato per gli Emirati Arabi. I giardini verticali d’Israele, il bosco dell’Austria, lo spazio della Malesia modellato come quattro chicchi di riso, la Lettonia che farà spuntare una struttura simile a una gigantesca quercia"

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