23,6 miliardi di euro e 191.000 posti di lavoro: sono i numeri dell'Expo 2015 di Milano secondo una ricerca, condotta da SDA Bocconi per conto di Expo SpA e Camera di Commercio di Milano, sull'impatto e l'indotto economico dell'Esposizione Universale. Un indotto a lungo termine, che farà sentire i suoi benefici influssi fino al 2020, e non solo a Milano e in Lombardia.
L'indagine è stata coordinata dal professore Alberto Dell'Acqua, e rappresenta un modello di riferimento per il calcolo dell'indotto di Expo che la Bocconi metterà a disposizione del Bie (Bureau International des Expositions) per le future edizioni dell'Esposizione Universale.
La maggior parte delle opportunità di lavoro, spiega la ricerca, sarà concentrata durante il semestre dell'Expo e in quello successivo. In particolare, su 191.000 unità di lavoro che saranno attivate entro il 2020, 102.000 saranno a Milano e provincia, 26.000 in Lombardia e 62.000 nel resto d'Italia, mentre per quanto riguarda l'orizzonte temporale lo studio afferma che entro il 2014 saranno impiegate 35.000 unità lavorative, nel 2015 67.000 e nei cinque anni successive altre 89.000.
Particolarmente favorito da questa domanda di lavoro sarà, a livello nazionale, il settore del turismo e della ristorazione; SDA Bocconi, tuttavia, entra nel dettaglio delle tre fasi temporali e rivela che prima di Expo l'occupazione maggiore si registrerà nel settore delle costruzioni, dei servizi alle imprese e nell'industria, durante l'evento nel turismo, nella ristorazione e nei servizi alle imprese e alle persone, mentre dopo la chiusura dei battenti dell'Expo ci sarà una richiesta di personale nell'industria, nei servizi alle imprese e nel commercio.
Secondo la ricerca, Expo porterà, in misura più o meno diretta, alla costituzione di quasi 11.000 imprese. I settori più coinvolti sono principalmente quello delle costruzioni (poco meno di 5.000) e quello dell'ospitalità e della ristorazione (circa 2.000). Incrementi di occupazione si registreranno anche nei settori di trasporto e magazzinaggio e nei servizi di informazione e comunicazione (per quali sono attese quasi 1.600 nuove imprese) oltre che nell'ambito delle attività artistiche, sportive e di intrattenimento. A livello geografico, la ricerca stima che il 45% delle nuove imprese sarà costituito in Lombardia, e che solo a Milano nasceranno 100 nuove imprese di comunicazione.
Sul fronte nazionale, la produzione aggiuntiva legata a Expo, che comprende gli investimenti di Expo SpA e dei Paesi partecipanti (esclusi i progetti infrastrutturali), l'aumento dei consumi, l'incoming turistico e l'eredità economica che l'evento lascerà in termini di nuove imprese, valorizzazione del patrimonio immobiliare e accresciuta attrattività turistica del territorio, ammonterà a 23,6 miliardi di euro tra il 2014 e il 202, di cui 15,8 miliardi in Lombardia (12,7 a Milano) e 7,8 miliardi nel resto del Paese.
Nei prossimi 6 anni, i comparti maggiormente investiti dall'impatto economico saranno quindi l'industria (6 miliardi di euro), i servizi alle imprese (4,8 miliardi), il turismo e la ristorazione (3,9 miliardi). Il valore aggiunto, infine, vale a dire l'incremento lordo del valore generato dall'attività economica, ammonterà in totale a 10 miliardi, di cui 7,4 rimarranno in Lombardia e gli altri 2,7 miliardi in altre Regioni, con particolari benefici per le aziende che si occupano di servizi alle imprese, il turismo, la ristorazione e l'industria.
G.D.
LEGGI ANCHE: Expo, i progetti dei Comuni per attirare turisti nel 2015
Expo, un concorso riservato ai bambini per scegliere il nome della mascotte