E anche questa Bit è andata. Immaginiamo i padiglioni vuoti, mentre vengono ultimate le pulizie, e l'energia di pochi giorni fa, derivante da persone di (quasi) tutto il mondo, è ormai un ricordo. Si è chiusa la 34ª edizione della Borsa Internazionale del Turismo, e porsi alcuni interrogativi ci pare d'obbligo.
Partendo da alcuni numeri. Più di 62.000 presenze in tre giorni, innanzitutto. Buyers, autorità, operatori, e giornalisti hanno riempito i 4 (mezzi) padiglioni di Rho Fiera, nei cui pressi tra un anno prenderà il via l'evento più atteso in Italia dai tempi dei Mondiali del '90, ovvero l'Expo 2015 di Milano. Ed è su questo che vorremmo insistere, sul fatto che la Bit 2014 possa essere stata una sorta di "prova generale" prima dell'anno prossimo. E insistendo su questo punto, ci auguriamo che l'Esposizione Universale possa superare una criticità registrata anche quest'anno in fiera: la difficoltà di accesso a collegamenti internet gratuiti e affidabili. Chi, come noi, giovedì pomeriggio era in sala stampa avrà assistito alla sfuriata di un giornalista, che si lamentava di "non essere messo nelle condizioni di lavorare". Una decina di computer era a disposizione, con altrettanti cavi per collegarsi a Internet: è abbastanza, considerata la presenza di decine di cronisti che cercavano di mandare alle proprie redazioni le notizie live dall'evento? È abbastanza, considerato che, come diceva il collega di cui sopra, "io mi ero portato anche il pc e la chiavetta, ma qui non prende"?
Noi siamo dell'idea che no, non è abbastanza: non nel 2014, non in Italia. E non vorremmo che simili scene si ripetessero l'anno prossimo: il rischio sarebbe una figuraccia internazionale. Quindi il consiglio che ci sentiamo di dare, molto sommessamente, è: più Rete per tutti.
Perché, come qualcuno ha osservato, già la buona sorte non è dalla parte del turismo italiano, ultimamente: l'anno scorso Gnudi ha presentato il Piano del Turismo e poco dopo il governo Monti è caduto, quest'anno eravamo prossimi alla pubblicazione del decreto Valore Turismo e il governo Letta è caduto proprio durante la Bit. Insomma, non si può certo dire che la Bit abbia fortuna, in tal senso (anche se si vocifera che nel nuovo governo ci potrebbe essere un neonato "Ministero del made in Italy", con tanto di portafoglio: magari...).
Ci sarebbe poi da interrogarsi sulla formula stessa della Bit. Qualcuno (nella fattispecie il giornalista Renato Andreoletti, che di Bit ne ha viste a decine) ha proposto che già dal prossimo anno si imponga un format nuovo, basato sulla domanda più che sulle destinazioni (a proposito, quest'anno mancavano diverse Regioni italiane e anche parte dei Paesi europei), che privilegi appunto i temi del turismo, dall'enogastronomia al benessere, dallo sport alla cultura. La formula è perfettibile, e noi ci sentiamo di sostenerla, ma non è solo questo il punto. Il punto, oggi che manca ancora più di un anno, è che si lavori al meglio per offrire al mondo un'Expo inappuntabile: lo stile italiano ce l'abbiamo nel sangue, e il mondo ce lo invidia, ma cerchiamo di non mostrare i lati meno nobili dell'Italia. Facciamo rete, tutti insieme, e lasciamo da parte campanilismi e ritardi digitali: a guadagnarci saremmo tutti, non solo Milano.
Claudio Pizzigallo @pizzi_chi
Pietro Martinetti @PietroMartinet
Marketingdelterritorio.info
LEGGI ANCHE: Bit 2014, è stato l'anno di transizione?