Filippo Donati, presidente di Assohotel-Confesercenti, critica l’esecutivo per il recente taglio dell’imposta sugli immobili che non ha riguardato gli hotel: “Un provvedimento inadeguato per le aziende e indegno di un Paese che vuole combattere la crisi”
L’Imu continua a far parlare di sé. A citarla, questa volta, è Filippo Donati, presidente di Assohotel, l’associazione di Confesercenti che riunisce gli imprenditori della ricezione turistica: “Il Governo ha cancellato per il 2013 l’Imu sulle abitazioni principali e ha esentato in particolar modo il settore agricolo. Nessun segnale invece per il sistema ricettivo nazionale, per la maggior parte alberghi e hotel che sono, a tutti gli effetti, strumenti di impresa”.
Dure le parole di Donati, che dal vertice di Assohotel fa trasparire una certa delusione del settore alberghiero per il recente taglio dell’Imu, un provvedimento che non ha dato “nessun segnale” agli albergatori. “Questo provvedimento non solo è da ritenersi inadeguato nei confronti delle esigenze che hanno le aziende di essere alleggerite di un carico fiscale non più sostenibile, ma non è degno di un Paese che tenta di contrastare la contrazione dei consumi e quindi dei fatturati e dei ricavi” dichiara Donati. Che spiega come “il turismo italiano, che vale circa il 6% del nostro Pil, è già penalizzato da un’Iva maggiore rispetto ai suoi competitori internazionali” e quindi “il governo ha mancato un’occasione per dare ossigeno al turismo, comparto su cui invece si dovrebbe puntare come volano dello sviluppo economico”.
Secondo il presidente di Assohotel-Confesercenti, quindi, al governo è mancata la lungimiranza necessaria per dare ossigeno a un settore produttivo cruciale come quello alberghiero: “Se il turismo è uno dei pochi settori di sviluppo spendibili per favorire la ripresa del Paese, anche questo è un banco di prova concreto. E così non ci siamo. Volere a tutti i costi proseguire con un inasprimento della tassazione, senza mettere mano a una reale politica di controllo e di eliminazione degli sprechi nella Pubblica Amministrazione, non dà nessuna prospettiva nel breve e medio periodo”.
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