L’Osservatorio ligure diffonde i dati sul turismo regionale: i turisti sono soddisfatti, ma si può migliorare puntando su qualità dell’offerta e facilità di fruizione
Moderato ottimismo: questo, in estrema sintesi, lo stato d’animo in Liguria dopo la diffusione dei dati dell’Osservatorio Turistico regionale, che pur non nascondendo criticità e difficoltà del comparto inducono comunque a una certa fiducia.
In Liguria, il turismo ha ovviamente un peso significativo in termini di reddito e occupazione nell’economia regionale, ma i tradizionali punti di debolezza del settore restano in piedi, anche e soprattutto in un periodo di prolungata crisi economica. Tuttavia, i dati confortanti non mancano, a partire dalla soddisfazione dei turisti che hanno visitato la regione.
Gli elementi che soddisfano di più, in particolare, sono anche quelli considerati cruciali per la riuscita di una vacanza: a partire dalla qualità del mangiare e del bere (i giudizi dei viaggiatori interpellati nel 2012 variano da un minimo di 7,9 a un massimo di 8,2) e dalla cortesia della popolazione locale (valutata tra 7,6 e 8,2).
Giudizi positivi, ma soprattutto stimoli per il futuro: secondo l’Osservatorio, infatti, “è individuabile un notevole margine di miglioramento per una destinazione come la Liguria che ben si candida ad ottimizzare la sua rendita di posizione sul panorama competitivo nazionale”. Un obiettivo che la Liguria può conseguire “anche grazie a strategie di sviluppo centrate sul livello qualitativo e sulla facilità di fruizione dell’intero sistema di offerta dell’ospitalità locale, a cominciare da alcuni fattori chiave della competitività quali i costi dei beni e servizi offerti sul territorio oppure da elementi che attengono alla governance e allo sviluppo in chiave turistica del territorio, come le informazioni turistiche disponibili, la tutela e l’organizzazione delle risorse attrattive, ma anche l’offerta di eventi e delle attività di intrattenimento”.
Con circa 75 milioni di presenze turistiche annue, secondo l’Osservatorio Turistico regionale, il turismo in Liguria costituisce una parte determinante delle entrate economiche sul territorio ligure, con un impatto che supera il semplice l’ammontare della spesa sostenuta dai turisti per tradursi in effetti diretti, indiretti e indotti.
Stando ai dati dell’Osservatorio, dal 2008 al 2012 si è registrato un calo del 4,5% delle presenze in Regione (e la durata media del soggiorno è scesa da 3,9 a 3,6 giornate) e del 2,1% a livello nazionale (in questo caso la durata media è passata da 3,9 a 3,7 giornate), mentre gli arrivi sono cresciuti rispettivamente dell’1,8% e del 2,6%.
Tra i fattori positivi si segnalano la maggior occupazione media delle strutture e una percentuale di utilizzazione lorda delle strutture più elevata rispetto al dato nazionale. Tuttavia, i dati indicano un perdurare della stagionalità dei flussi turistici e un peso elevato del turismo di prossimità, con il 70% delle presenze da Piemonte e Lombardia. Un fattore che da un lato tutela da crisi repentine, ma dall’altro lato non depone a favore della competitività dell’offerta turistica regionale.
In una scala da 1 a 10, tra il 2008 e il 2012 il giudizio complessivo di viaggiatori italiani e stranieri sull’offerta turistica ligure si è mantenuto sempre al di sopra del 7,5, con un bilancio in positivo anche per quest’ultimo anno (espresso dai turisti che sono stati in Liguria nel 2012) che fa segnare un voto medio pari a 8,1. Considerando più nel dettaglio i flussi turistici, l’Osservatorio indica tra il 2010 e il 2012 una lieve crescita degli arrivi in Liguria, pari al +1%, contro una lieve flessione in Italia (-0,7%). A frenare l’entusiasmo ci sono i dati relativi alle presenze, scese nel biennio del 2,2% a livello regionale (una diminuzione da attribuire al solo turismo domestico, in presenza di un turismo straniero sostanzialmente stabile) e del 3,6% a livello nazionale, anche a causa della prosecuzione del fenomeno della riduzione della durata media della vacanza.
La diffusione di questi dati sortisce dunque il duplice effetto di dare speranza a chi si occupa di turismo in Liguria, e di stimolare operatori e istituzioni affinché si possa lavorare per superare le criticità attuali.
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