"Se il turismo, come dice il World Economic Forum, genera oggi il 9% del Pil mondiale e 120 milioni di posti di lavoro diretti (oltre ai 125 milioni in settori correlati), l’Italia continua a pagare ritardi strutturali in molti dei 14 fattori di competitività presi in esame": non è certo un quadro idilliaco, quello tratteggiato da Bruno Caprioli, partner di Mailander e voce di questo portale, nel suo intervento sul sito di Forum PA.
Bruno Caprioli delinea una situazione difficile, ma ancora non disperata: "È quindi fondamentale elaborare una visione strategica delle politiche di promozione e dotarsi di risorse adeguate che consentano al nostro sistema di competere in modo paritario con tutti i maggiori Paesi nostri concorrenti".
Il turismo pur in un momento di forte crisi come quello attuale - o forse proprio in un momento di crisi aggiungiamo noi - è da considerarsi un asset strategico su cui investire risorse ingenti ed energie. A dirlo sono in molti, ma chi lo ha urlato forte attraverso il grido di dolore dei giorni scorsi è stato il presidente dell’Enit – Agenzia Nazionale per il Turismo, Pier Luigi Celli, in occasione della presentazione della XVII edizione della Borsa del Turismo delle 100 città d’arte d’Italia “Il nostro ente ha pochi soldi. Il Paese non ha mai investito sul turismo. Bisognerebbe cercare di fare maggiori investimenti in questo momento di crisi, essendo questo settore una delle maggiori risorse per l’Italia”. Lo stesso concetto più volte ribadito da Renzo Iorio, Presidente di Federturismo Confindustria, associazione da tempo in prima fila nel portare avanti iniziative che facciano fare il salto di qualità all’industria turistica ed alla promozione del sistema paese.
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