Continua a crescere il volume d’affari del segmento turistico dedicato ai viaggi della comunità glbt. Si tratta di 3 miliardi e 200 milioni di euro l’anno, e gli operatori prevedono opportunità e sviluppi che l’Italia dovrebbe seguire con attenzione
“In Italia tra le mete preferite da diversi anni vi è in primis Gallipoli e poi Torre del Lago Puccini, in Versilia. A livello di città, invece, c’è Milano per la moda, e poi Roma per il Gay Village e Padova per il Padova Pride Village. Tra le destinazioni italiane emergenti spicca particolarmente Noto, in Sicilia” qualche mese fa, prima della BMT di Napoli, furono queste le destinazioni preferite dai turisti glbt in Italia, segnalateci da Romano Simonelli, brand manager del tour operator gay friendly Twizz.
Oggi, attraverso un lancio dell’Ansa, è possibile fornire qualche cifra utile sul volume d’affari fatto registrare da questo segmento turistico nel nostro Paese. Un volume d’affari da 3 miliardi e 200 milioni di euro di fatturato l’anno, pari al 7% del settore turistico italiano. Sono numeri che restituiscono l’immagine di un settore che, nonostante la crisi, continua a crescere.
Quest’anno, intanto, ci sarà la terza edizione di “Expo Turismo Gay”, un workshop dedicato agli operatori del turismo gay, lesbian bisex e transgender, in programma il prossimo 27 e 28 settembre a Bergamo, in coincidenza con la Giornata Mondiale del Turismo del 27 settembre.
In attesa di settembre, Expo Turismo Gay avrà a luglio un suo momento di apertura anche a Roma, proprio in occasione del Gay Village segnalato come destinazione top da Simonelli: l’appuntamento nella Capitale servirà per far conoscere meglio le opportunità di questo segmento turistico.
Stando agli ultimi dati raccolti, dunque, è in aumento il numero di gay e lesbiche che hanno incrementato i loro viaggi, per periodi più brevi rispetto al passato, ma con diverse partenze nel corso dell’anno. Tutte le persone intervistate, infatti, nel 2012 hanno effettuato almeno un viaggio in più rispetto all’anno precedente. In particolare, circa due terzi dei gay preferiscono viaggiare nei paesi caldi (tra le mete internazionali segnalate da Romanelli, c’erano Mikonos, Gran Canaria e Santorini); gli uomini prediligono visitare le città (come Madrid, Barcellona e Berlino), le donne praticare attività outdoor e viaggiare in famiglia.
Guardando alle motivazioni di viaggio, la maggioranza degli intervistati ha dichiarato di viaggiare per riposarsi dal lavoro e rilassarsi. Anche se l’estate è la stagione prediletta per viaggiare sia dagli uomini che dalle donne (“Il viaggiatore gay è prima di tutto un viaggiatore, ovvero un cittadino, una persona che lavora. Per questo è un target che segue l’andamento generale delle vacanze degli italiani, quindi estate, fine anno, Pasqua, ponti” ci disse Romanelli), i cosiddetti short break sono diffusi durante l’anno.
Sempre per quanto concerne le motivazioni, i dati dicono che ad attirare di più i turisti gay sono fattori come le buone temperature, la cultura, l’enogastronomia e le spiagge. Praticamente, dice anche l’Ansa, “il ritratto dell’Italia se si vendesse come destinazione gay”.
Nel 2012, il turismo gay negli Stati Uniti è stato stimato aggirarsi intorno ai 55 milioni di dollari, mentre a livello mondiale il giro d’affari è di 165 miliardi di dollari, spesi in gran parte nel segmento del turismo di lusso. Del resto, proprio il segmento luxury, secondo gli ultimi studi, potrebbe rappresentare il futuro di questo turismo, oltre al turismo degli amanti degli animali domestici, considerato che stando ai dati il 59% dei gay possiede un cane ed almeno il 10% lo porta con sé in vacanza. Grande importanza, infine, viene attribuita al settore delle crociere specializzate per i gay, sia single che in famiglia. “E le famiglie gay – osservano gli operatori di settore – cercano sempre più luoghi family friendly e non gay friendly”.
Non mancano dunque le opportunità di crescita, per chi opera in questo settore in espansione, soprattutto in Italia.
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