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Nuova iniziativa turistica dal sempre attivo Friuli Venezia Giulia: l’obiettivo, questa volta, è di promuovere il turismo nelle malghe (ovvero negli alpeggi adibiti al pascolo, le fattorie locali) del territorio regionale.

L’agriturismo, o più in generale il turismo a più o meno stretto contatto con la natura, da diversi anni sta acquisendo un peso e un’importanza crescente, grazie soprattutto alle proprietà benefiche per mente e corpo che assicura una vacanza in un ambiente lontano dai ritmi e dallo stress delle città. Ed è proprio in questo senso che si rivolge la nuova iniziativa dell’Ersa del FVG: l’agenzia regionale per lo sviluppo rurale del Friuli-Venezia Giulia ha infatti lanciato un piano di promozione delle 64 malghe attive presenti sul territorio regionale. In collaborazione con le comunità montane, i servizi veterinari delle aziende sanitarie e l’associazione degli allevatori, l’Ersa mira a dare visibilità alle possibilità turistiche delle proprie montagne, ricorrendo ad “armi” convincenti come l’aria buona, i panorami mozzafiato e la qualità dei prodotti caseari delle malghe.

Il progetto è stato illustrato ieri in Regione, alla presenza del direttore dell’Ersa Mirko Bellini, dell’assessore regionale all’agricoltura Claudio Violino e del direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier. Il “Messaggero Veneto”, infatti, contribuirà nella promozione di quest’iniziativa, rivolta soprattutto al turismo interno, distribuendo una guida delle malghe insieme al giornale per tutta l’estate: “Malga che vai… formaggio che trovi” è il titolo della pubblicazione.

“L’agricoltura in quota si salva se rimane uno zoccolo duro di zootecnia da latte che trasforma in montagna e nelle malghe – ha spiegato l’assessore Violino –: bisogna puntare sull’autostima di chi va a fare il malghese, erede di mille anni di attività che hanno trasformato quegli stessi pascoli che oggi, in sole due generazioni, rischiamo di perdere con l’avanzare del bosco”.

“La malga – ha affermato il direttore dell’Ersa, Bellini – svolge un importante ruolo nell’ambito della gestione del territorio montano che si accoppia all’elemento della produzione e lega sempre di più l’agricoltura al turismo”.

 

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