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Quello che non è riuscito a fare il Vesuvio, lo stanno facendo l'acqua, l'incuria e lo sport nazionale italiano: fare annunci anziché prendere iniziative. Senza tirare in ballo la Camorra che in Campania crea rovine non solo naturali. Intanto mezza Europa è preoccupata, l'altra mezza e il resto del mondo sono rassegnati.

 

È una congiura quella che si materializza ogni volta che sul Napoletano cade acqua dal cielo: Pompei perde pezzi. A novembre 2010, crolla la casa dei gladiatori e Napolitano si vergogna per l'Italia; a febbraio 2012, si smuove l'intonaco nel Tempio di Giove; a settembre 2012, crolla una trave di cinque metri a Villa dei Misteri; a novembre 2013, cade un muro in via dell'Abbondanza e a seguire cede l'intonaco della Casa della Fontana Piccola. L'ultimo episodio di questo cahier des doléances è datato questo weekend e ha colpito il Tempio di Venere e un muro della tomba di Lucius Publicius Syneros, nella necropoli di Porta Nocera. Oggi anche l'Unesco ha espresso i propri timori su Pompei.

Il balletto politico del giorno va di scena in un teatro dell'assurdo tipico del tetris della politica italiana: "Pompei crolla? Il ministro deve dimettersi". Vero è che queste (avventate) dichiarazioni sono state lanciate nella giornata di ieri da Forza Italia, che dovrà pur adempiere a sostanziare il suo ruolo di opposizione, ma sono le medesime affermazioni con cui Dario Franceschini, a cui oggi sono destinate quale capo del Mibact, minacciava in Parlamento di procedere alla sfiducia dell'allora ministro Bondi, che nell'immaginario collettivo è legato indissolubilmente ai disastri dell'area archeologica. Senza sfiduciare un ministro che ha giurato da una settimana per un problema di salvaguardia del patrimonio che si protrae da decenni, se non secoli, almeno ci piace immaginare che l'appassionata reprimenda del ministro, allora capogruppo del PD alla Camera, corrisponda a una proporzionale decisione nell'agire. Le intenzioni ci sono se questa mattina a Milano, dopo un vertice sull' EXPO 2015, Franceschini ha dichiarato: "Domani ho una riunione operativa per affrontare questa emergenza che purtroppo è continua". In attesa dei cocci su Pompei, attendiamo che Matteo Renzi, dopo i punti su lotta alla Mafia, legge elettorale, edilizia scolastica e crisi ucraina, inizi a discutere del Jobs Act, che mktgsembra essere sul tavolo di Giuliano Poletti, nuovo ministro del Lavoro, in cui un piano ad hoc per il turismo è al primo punto programmatico. Con buona pace del decreto Valore Turismo? Il pacchetto era pronto alla vigilia della BIT, è stato uno degli ultimi tweet di Letta. In attesa di sviluppi sul governo del turismo, non ci resta che sperare che a Pompei non piova più.

 

Il Direttore

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