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Dizionario Italiano Cinese dei vini e vitigni d'Italia

Nato da un'idea della prof. Lavagnino e in collaborazione con l'Istituto Confucio, il dizionario italiano-cinese del vino è stato pubblicato dal Gambero Rosso. Problematiche, attese e promozione del nuovo strumento

(tratto dall’intervista dell’8 Maggio 2019 con la Dott.ssa Marta Valentini)

Il giorno 8 aprile 2019 a Vinitaly è stato presentato il Dizionario dei Vini e dei Vitigni (Italiano - Cinese), nato da un’idea della Prof. Alessandra C. Lavagnino in collaborazione con l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, il Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali (Smelsi), Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali (Dissa), dal Contemporary Asia Research Centre (CARC) e dall’Univeristà Normale del Liaoning.

Il dizionario è edito da Gambero Rosso con il patrocinio di Federdoc. L’idea vera e propria è nata nel 2015, quando è stato pubblicato il Dizionario dell’alimentazione Italiano - Cinese - Inglese, che in origine doveva essere un database in 9 lingue, divenuto successivamente cartaceo in 3 lingue, dove era già presente una parte sui vini.

Infatti nel 2015 a Shanghai, la Prof. Lavagnino e i suoi collaboratori, parlando con l’allora Console Generale Stefano Beltrame, hanno affrontato i problemi dell’export nel settore vitivinicolo evidenziando la mancanza di una traduzione consolidata delle viti e dei vitigni, che permettesse alle aziende italiane esportatrici di vini di non incorrere in problematiche apparentemente inutili ma importantissime, come ad esempio vendere un vino che in realtà poteva essere un altro oppure lo stesso con un altro nome in cinese.

Il lavoro è durato almeno 2 anni, grazie alla collaborazione dei Proff. Roberto Foschino, Bettina Mottura e Franca Boch dell’Università degli Studi di Milano, e a 13 persone di cui tre madrelingua cinese.

Originariamente l’idea doveva avere una portata più ampia comprendendo anche i termini di marketing sensoriale, ma l’argomento era già stato tradotto e trattato, mentre per i vini e vitigni c’erano dei lavori molto frammentati.

Problematiche

Per quanto concerne l’Italiano, si sono riscontrati problemi nella selezione dei termini da tradurre ma non per le denominazioni, quindi selezionare quali vitigni da inserire piuttosto che altri. Spesso veniva riscontrato che Consorzi diversi utilizzavano una traduzione diversa per lo stesso vino.
È stato utilizzato il registro nazionale delle varietà di vite e il Julius Kühn-Institut - Bundesforschungsinstitut für Kulturpflanzen, ma in minor parte.
Sono sorti problemi per la selezione delle fonti per i disciplinari tutti diversi con nomi uguali dove venivano utilizzati sinonimi che in cinese non sono dei sinonimi, quindi si è proceduto alla standardizzazione dei termini.

Per quanto concerne il Cinese, è stato svolto un grosso lavoro sulle fonti, perché la traduzione era già fossilizzata.

Sono state utilizzate tre fonti principali: se la traduzione era uguale o cambiava, se uguale veniva mantenuta la traduzione mentre se diversa è stata scelta quella che si avvicinava di più a quella italiana sotto l’aspetto fonetico, soprattutto per il fatto che spesso si partiva da una pronuncia inglese.
Dove non c’era la traduzione, si è lavorato con degli esperti madrelingua per trovare la trascrizione corretta.

Sono state riscontrate diverse problematiche, ma anche alcune similitudini come quelle che si possono riscontrare con la gastronomia, ad es. Nebbiolo / Spina / Chiavennasca; idem per i cibi come braciola.
Quindi per la denominazione di nomi propri è stata fatta una trascrizione ex novo.

Inoltre sono stati utilizzati i files del Ministero del Commercio e delle Dogane e gli standards SB, e un blog sul vino, molto completo ma meno utilizzato perché poco autorevole.

Comunque nessuna fonte era completa per il vino italiano. Non ci sono state problematiche sulla fonetica ma per i caratteri da utilizzare, cercando di scegliere sempre quelli positivi. Alcuni caratteri utilizzati più spesso per la trascrizione dei nomi cinesi, quindi più facile capire che è un nome straniero, quindi si è preferito utilizzare quello con 4 caratteri piuttosto che con 5.

Attese

L’Istituto Confucio spera di aver fornito uno strumento utile e che venga diffuso come strumento di consultazione per le imprese del settore e non solo.
Il dizionario può essere utilizzato da Cinesi in Cina, in Italia, però potrebbero esserci dei problemi per i cinesi di Taiwan poiché utilizzano il cinese tradizionale, poiché il dizionario è stato redatto in cinese semplificato quello utilizzato nella Repubblica Popolare Cinese.
Il dizionario può svolgere una funzione di promozione del territorio perché ogni nome di vino, viene indicato nelle cartine ufficiali di Federdoc, dove i vini e vitigni sono suddivisi per Regione e la Provincia.
Il dizionario colmerà le lacune di traduzione, poiché nelle contrattazioni e campagne promozionali non si utilizzerà più l’inglese ma l’italiano.

Promozione

Il responsabile dell’ufficio Cina dell’ICE, il giorno della presentazione a Vinitaly, ha pubblicato su Wechat la notizia, ottenendo un risultato di grande interesse da parte del pubblico cinese. Forse è anche prevista la presentazione a Pechino.

In Cina gli esportatori sembrano molto interessati mentre lo sono in minima parte i produttori che operano con la Cina.
Le premesse sono buone, speriamo che gli imprenditori italiani e cinesi colgano questa nuova opportunità di migliorare i propri scambi considerando quanto possa essere rilevante la variabile culturale e quali problematiche si creano se non adeguatamente considerate.

 

 

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