L'Italian Hotel Monitor di ottobre 2013 parla di ottimismo diffuso: a Milano 87% di camere occupate, a Roma oltre l'80%. Ma non mancano i segnali negativi per diverse città e per il calo dei prezzi
Crisi finita? Ottimismo diffuso? Così sembrerebbe a giudicare dall'Italian Hotel Monitor di ottobre 2013, che parla di una crescita che invita alla fiducia per l'offerta alberghiera italiana. Il consueto report di Trademark, infatti, fa riferimento a un "ottimismo diffuso nelle grandi città d'arte (Venezia, Firenze, Roma), anche in buona parte dell'offerta alberghiera italiana" e spiega che "l'andamento di ottobre 2013 migliora rispetto al 2012 e il movimento dei viaggiatori aumenta" tanto che "si comincia a pensare che la fine della crisi sia vicina".
Il mese di ottobre è quello in cui tradizionalmente si concentra il maggior numero di eventi, manifestazioni, fiere e congressi, un mese quindi ideale per avere "il polso" sullo stato di salute del turismo e in particolare delle strutture ricettive del nostro Paese. In base ai dati raccolti dall'Italian Hotel Monitor, l'andamento generale risulta positivo, anche se non mancano segni negativi.
Sul gradino più alto della classifica di ottobre, stando al report, si colloca Firenze, che può vantare un mercato in crescita progressiva e sul cui territorio una quarantina di hotel hanno superato lo scorso mese il 90% di occupazione delle camere e complessivamente la percentuale di occupazione delle stanze si attesta all'86,6%. A seguire Roma, con un tasso di occupazione dell'80,4%; poi Genova, Milano e Venezia, tutte e tre sopra il 77%.
"La rilevazione periodica" spiega il report "evidenzia da un lato un aumento dell'indice di occupazione camere degli alberghi italiani e dall'altro un prezzo medio camera (Average Daily Rate), che per la categoria upscale (4 stelle) si attesta a 117,24 Euro. Il dato è praticamente identico (117,34 euro) a quello del 2012. Accertato che nel 2011 il prezzo medio camera si collocava sui 112 euro su base nazionale, si potrebbe parlare sia di continuità-stabilità per il Paese ma anche di performance eccezionali per le città d'arte e d'affari in termini di occupazione camere". Per quanto concerne gli hotel a 3 stelle (midscale), il rapporto spiega che "in ottobre 2013 ottengono mediamente un'occupazione camere del 63,6% e un prezzo medio Iva e breakfast compresi di 67,37 euro" avvertendo però che "il panel di IHM prevede un andamento negativo per il mese di novembre 2013 rispetto allo stesso mese del 2012".
Ottimismo moderato, quindi, dal momento che non sono assenti i segni e i segnali negativi tra le 45 città monitorate dall'Italian Hotel Monitor. A Milano, ad esempio, il prezzo medio scende da 139 euro del 2012 a 133 euro di ottobre 2013 (-5,9 punti): "Va sottolineato – chiarisce ancora Trademark – che gli alberghi delle città d'affari sono spesso ostaggi delle Online Travel Agency (OTA) dalle quali ottengono rassicuranti quantità di prenotazioni ma anche prezzi più bassi, con commissioni che spesso mettono in pericolo la remuneratività". Le città turistiche risentono meno del carico delle commissioni delle OTA, e in un mese come ottobre "vince chi ospita clienti indipendenti negando alle OTA grandi disponibilità di camere. Dal Monitor emerge anche che gli albergatori individuali e le catene che tentano strade di marketing alternative, nonostante i rapporti conflittuali con l'intermediazione, stanno diminuendo".
Qualche segno negativo si segnala anche per città come Verona (-4,1 punti dell'indice di occupazione camere e un -4,9 di prezzo medio giornaliero). Poco meglio va a Bari (-2,3 di occupazione delle camere) e in calo rispetto a ottobre 2012 ci sono anche Bolzano, Modena, Rimini, Pescara, Palermo e Cagliari.
Ma nel complesso, afferma il rapporto di Trademark, "per la maggioranza degli alberghi il mese è andato meglio del previsto". La crisi è finita? Meglio lasciare il punto interrogativo.