Mibact e Mit a braccetto per risolvere con importanti risorse economiche i problemi infrastrutturali del Paese che ancora penalizzano la crescita turistica
Si è sentito spesso muovere accuse al ‘sistema Italia’ di non avere infrastrutture all’altezza del potenziale turistico del Paese. Ora “Viaggiare in Italia”, il primo piano della mobilità turistica presentato nei giorni scorsi, dovrebbe sopperire alle lacune infrastrutturali e trasportistiche.
Il Piano della mobilità turistica è stato redatto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e mette al centro ‘il turista come viaggiatore’. Si lega all’indirizzo strategico “Connettere l’Italia”, allegato al Documento di Economia e Finanza 2017 che individua 108 opere prioritarie, identifica i poli turistici quali asset strategici per lo sviluppo del Paese, al pari delle città e dei poli manifatturieri industriali, ed è temporalmente coerente con il Piano strategico del turismo Mibact che ha un orizzonte di sei anni (2017-2022).
Il turismo fa bene al Paese: genera economia, competenze, idee, lavoro e innovazione. Nel 2016 ha contribuito per l’11,1% sul PIL nazionale con oltre 168 miliardi di euro. In Italia nel 2016 il numero di viaggiatori è stato di oltre 66 milioni, con un aumento di oltre 8 milioni di viaggiatori in più rispetto al 2015. Non accadeva dal 2010. I turisti hanno generato una spesa di oltre 45 miliardi di euro sul territorio nazionale.
Il nuovo piano disegna un modello di accessibilità basato sulle “porte di accesso al Paese” – porti, aeroporti e stazioni ferroviarie – particolarmente rilevanti per il turismo in termini di arrivi internazionali e restituisce una mappa unitaria che sovrappone le reti di mobilità e l'offerta di turismo. Al pari dell'infrastruttura fisica, anche quella digitale è considerata in modo sistematico come elemento determinante per garantire la qualità dell'offerta.
Sono quattro gli obiettivi del Piano:
- Accrescere l'accessibilità ai siti turistici per rilanciare la competitività del turismo;
- Valorizzare le infrastrutture di trasporto come elemento di offerta turistica;
- Digitalizzare l'industria del turismo a partire dalla mobilità ;
- Promuovere modelli di mobilità turistica ambientalmente sostenibili e sicuri.
L’aspetto economico: si tratta, in larga parte, di risorse nazionali per la politica infrastrutturale che provengono dal Contratto di Programma Anas 2016/2020 (5,6 mld € di cui 1,3 nel periodo 2017-2022), dal Contratto di Programma RFI (10,3 mld € di cui 2,3 nel periodo 2017-2022), dal PON Infrastrutture e Reti (821mln € per Cielo Unico Europeo), da Legge di Bilancio (comma 140), FSC, PON Metro (2,36 mld € per materiale rotabile su gomma e 2,4 mld per materiale rotabile su ferro destinato al TPL nel periodo 2017-2022), dalla PAC 2014-20 complementare al PON I&R (140 mln per "Recupero Waterfront" e 90 mln per "Accessibilità turistica") e dal Piano Operativo MIT e ancora dalla Legge di Bilancio (comma 140) (2,6 mld per potenziamento del trasporto rapido di massa nelle aree urbane e metropolitane), alle quali possono aggiungersi ulteriori risorse dalla UE attraverso il CEF (Connecting European Facility) 2014-2020, dal Programma Horizon 2020 dai PON “Infrastrutture e Reti” e “Imprese e Competitività”.