Tony Wheeler,fondatore di Lonely Planet, promuove il sistema italiano del turismo
"Ci sono moltissimi turisti che scelgono l'Italia, ma la vera domanda che bisogna porsi per comprendere se si sta lavorando bene o male è: la gente dopo averci visitato, torna? Se torna il gioco del turismo è fatto" Tony Wheeler, fondatore di Lonely Planet, testo sacro delle guide turistiche, in questi giorni, pedalando tra Aosta e Ivrea una delle tappe del giro d'Italia in 80 librerie, nega le accuse di chi afferma che l'Italia non valorizza il patrimonio culturale e la sua bellezza paesaggistica e ambientale. "Sono sicuro che moltissima gente sceglie una regione del paese e poi torna per visitarne una nuova".
Chi nella propria libreria di casa non ha le copertine arancioni Lonely Planet con le orecchie alle pagine che segnano gli itinerari della propria storia turistica? La Lonely Planet ha mappato tutti i luoghi abitati e gli spazi fruibili del mondo perchè, come recita la citazione del New York Times nel retro di ogni edizione, "sono semplicemente impareggiabili".
Wheeler, fondatore della letteratura turisitica Lonely in questi giorni prende posizione per difendere l'Italia, rinnovando un po' la fiducia in noi stessi e nel nostro sistema turistico. Oltre le parole, rilasciate al Tg3 in occasione della pedalata "semplice perchè in discesa" tra il capoluogo della Valle e la città eporediese del carnevale e di Olivetti, Wheeler ha risposto a distanza ad Oscar Farinetti. , affermando che gli investimenti dei grandi gruppi turistici e alberghieri internazionali sono frenati dalla Mafia. Una posizione forte, ma non condivisa da Tony Wheeler, che sostiene "L'Italia mi piace com'è".
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