L’evento scatenante fu senza dubbio il disastro della Costa Concordia, schiantatasi all’Isola del Giglio nel gennaio 2012. Da allora, la discussione sulle misure per impedire che i giganti del mare si avvicinino troppo alle coste, con i pericolosi “inchini”, non si è mai arrestata, soprattutto in Italia, e si è maturata la consapevolezza che misure amministrative e legislative per fermare questa rischiosa pratica non sono più rimandabili.
Tra le località marine più interessate all’argomento, oltre al Giglio, sicuramente c’è Venezia: da anni, periodicamente, si sollevano polemiche e allarmi ogni qual volta una nave (da crociera, ma anche le petroliere) si avvicina eccessivamente alla Laguna, con il serio rischio di un disastro dalle conseguenze incalcolabili. Ma, a quanto pare, le istituzioni italiane sono giunte a un punto fondamentale del percorso legislativo.
Su La Stampa di oggi, infatti, è stata pubblicata un’intervista di Francesco Grignetti ad Andrea Orlando, ministro dell’Ambiente in carica. Il ministro spiega che l’iter per arrivare a una soluzione definitiva del problema potrebbero volerci “tre-quattro anni”, ma che prima di quel momento è necessario porre immediato rimedio al problema delle Grandi Navi nella laguna veneziana. “Per trovare la soluzione definitiva, abbiamo chiesto a tutti i soggetti interessati di fare la loro proposta. Le esamineremo a ottobre e decideremo” afferma Orlando, che spiega che al momento “S’ipotizzano un canale alternativo, un porto fuori laguna, o un canale esterno rispetto alla Giudecca. Una di queste soluzione dovrà essere varata alla luce di un’istruttoria che si sta facendo in termini di sostenibilità economica e di impatto ambientale”. Nell’immediato, tuttavia, la soluzione temporanea potrebbe essere quella del “numero chiuso”, in grado di arginare un fenomeno che, nonostante tutto, è ancora in crescita (del 7% nel primo semestre 2013, per quanto riguarda Venezia): “La mia proposta, perciò, è mettere da subito un numero chiuso” dichiara il ministro, ovvero “bloccare il numero dei passaggi e ridurre il rischio” di potenziali disastri ambientali, oltre che umani, culturali e sociali.
Primo evento inimmaginabile: il 13 gennaio 2012 una nave da crociera si schianta sugli scogli dell’isola del Giglio. Secondo evento altrettanto imprevedibile: il 7 maggio 2013 un enorme mercantile si schianta contro la torre dei piloti dentro il porto di Genova. Due episodi accaduti nonostante ogni calcolo probabilistico. Nel frattempo i transatlantici e le petroliere entrano regolarmente nella laguna di Venezia. E allora il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, non nasconde le sue preoccupazioni. «Sono assolutamente impressionato anch’io quando vedo quei giganti che sfiorano i merletti in pietra di Venezia». E per questo motivo propone un numero chiuso in laguna.
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