Continua la querelle intorno al "Rapporto sul Turismo italiano" del professor Becheri, che denuncia una situazione drammatica per il Mezzogiorno d'Italia
“Abbiamo presentato un rapporto di 550 pagine. È sul tavolo di Velardi ed è molto particolareggiato. Rende noti dati nuovi e rilevazioni statistiche che evidenziano il difficile momento del turismo. Se non lo rende noto l'assessore lo faccio io”
A parlare, il professor Emilio Becheri, che si riferisce a Claudio Velardi, ex assessore al Turismo della Regione Campania. La data: 31 marzo 2008. Torna molto attuale, più di cinque anni dopo, questa vecchia intervista al professor Becheri sul Corriere del Mezzogiorno. Perché è di questi giorni la polemica relativa al “Rapporto sul Turismo italiano” realizzato più di cinque anni fa e tenuto segreto fino a tempi recentissimi, quando sulla stessa testata giornalistica se ne è parlato il 24 maggio scorso (noi ne abbiamo parlato qui), in occasione di analoghi risultati di un’indagine svolta dal Touring Club Italiano. Il Rapporto sul Turismo era stato tenuto nascosto, secondo Becheri, per non far conoscere dati imbarazzanti per il Mezzogiorno e per la Campania in particolare, che nel 1995 ospitava il 33% dei turisti del Sud e nel 2006 solo il 26%.
Proprio la Campania, infatti, aveva commissionato a Becheri e alla società Mercury il rapporto, salvo poi evitare di divulgarlo (tranne alcuni stralci) per non diffondere dati negativi. Questa, in sostanza, è la tesi dello stesso Becheri, che cinque anni dopo è riuscito a pubblicare i dati del rapporto e che torna a parlare al Corriere del Mezzogiorno in un articolo dal titolo: “Turismo, il rapporto tenuto nascosto «La crescita più bassa d'Italia»”. “La responsabilità della diffusione di questo volume a più di cinque anni dalla sua realizzazione è esclusivamente mia” chiarisce il professore.
La Campania, nel 1995, ospitava il 33% dei turisti del Mezzogiorno. Undici anni dopo, nel 2006, la percentuale era scesa ad appena il 26%. A Napoli era crollata del 10%. E la regione era quella con il tasso di crescita più basso di tutt’Italia. È forse a causa di questi dati negativi che il Rapporto sul turismo è stato tenuto nascosto per cinque anni, cioè dal 2008 fino a due giorni fa? O, piuttosto, si volevano celare le altre critiche contenute nel dossier, quelle su «scarsa attrattività», «basso grado di internazionalizzazione», «mancanza di collaborazione», «giudizi di insoddisfazione per trasporti, parcheggi, traffico, manutenzione delle strade e pulizia delle aree pubbliche»? Comunque sia andata, quello studio adesso è pubblico per volontà di Emilio Becheri, il docente dell’Università di Firenze che l’ha redatto, che ne ha denunciato l’«occultamento» e che su richiesta del Corriere del Mezzogiorno l’ha inviato a questo giornale e poi pubblicato sul sito della società Mercury. «La responsabilità della diffusione di questo volume a più di cinque anni dalla sua realizzazione è esclusivamente mia», scrive. Postilla di non poco conto.
Il dossier, infatti, era stato commissionato nel 2006 dalla Regione Campania (all’epoca il governatore era Antonio Bassolino, gli assessori al Turismo nell’ordine Marco Di Lello e Claudio Velardi) alla stessa Mercury, a Città della Scienza, al Dipartimento di Analisi dei sistemi economici e sociali dell’Università del Sannio e alla Doxa. Era dunque la Regione a decidere cosa fare di quel rapporto. E lo tenne chiuso nel cassetto, se è vero che fino ad ora ne sono stati pubblicati singoli stralci (nessuno «critico») sul sito dell’Osservatorio nazionale del turismo.
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